Sulla separazione delle carriere dei magistrati è da segnalare il voltafaccia del Pd documentato dal Foglio che ricorda che il provvedimento non è una battaglia di destra, ma è una questione annosa, sul tavolo dei governi di tutti i colori politici. E va oltre, citando la mozione del 2109, firmata da uno dei candidati alla segreteria dem, Maurizio Martina.
Alessandro Alfieri (attuale deputato del Pd), Mauro Berruto (attuale deputato del Pd), Graziano Delrio (attuale deputato del Pd), Vincenzo De Luca (attuale governatore della Campania), Andrea De Maria (attuale deputato del Pd), Lorenzo Guerini (attuale deputato del Pd), Simona Malpezzi (attuale deputata del Pd), Matteo Mauri (attuale deputato del Pd), Matteo Orfini (attuale deputato del Pd), Valeria Valente (attuale senatrice del Pd), Dario Parrini (attuale senatore del Pd), Francesco Verducci (attuale senatore del Pd) e Debora Serracchiani (attuale deputata del Pd, responsabile Giustizia della segreteria).
La Serracchiani firma oggi il contrario di quello scritto 5 anni fa
E proprio quest’ultima cinque anni fa firmava la mozione Martina che recitava testualmente: “Il tema della separazione delle carriere dei magistrati appare ineludibile”. Curioso che, proprio la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani, abbia invece firmato come prima firmataria la nota di queste ore contro la riforma Nordio sostenendo che “il disegno di legge costituzionale sulla riforma delle carriere è un duro colpo all’autonomia e all’indipendenza della magistratura. La separazione delle carriere – hanno tuonato allarmati Serracchiani e gli altri vertici del Pd – rischia invece di trasformare i pm in una sorta di super poliziotti o, al contrario, li rende subordinati al potere esecutivo”.
Peccato che appena cinque anni prima sostenessero il contrario.
“Le accuse dell’Anm sono pregiudizi, quasi automatici, che hanno nei confronti di questo governo” quella approvata “non è riforma punitiva nei confronti della magistratura. E’ una riforma attesa da anni, per una giustizia più giusta, per avere un giudice che sia terzo”. Ne è convinto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ospite di Rai Radio 1, nel programma “Ping pong” sul tema della riforma della giustizia. “La credibilità della magistratura si è persa negli ultimi anni per la politicizzazione dei magistrati”, aggiunge, ricordando “quanto successo con lo scandalo Palamara”.