Biden: Kiev può colpire in Russia con le armi Usa

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Il presidente degli Usa avrebbe dato il permesso all’Ucraina di utilizzare le armi fornite dagli Stati Uniti per colpire il territorio russo. L’utilizzo, però, sarebbe limitato alla sola area nei pressi dell’area di Kharkiv. Lo riferisce Politico, citando due funzionari Usa e altre due fonti a conoscenza della decisione. “Il presidente ha recentemente ordinato al suo team di garantire che l’Ucraina sia in grado di utilizzare le armi statunitensi per scopi di controfuoco a Kharkiv, in modo che l’Ucraina possa rispondere alle forze russe che la colpiscono o si preparano a colpirla”. Ma viene precisato che la politica di consentire attacchi a lungo raggio all’interno della Russia “non è cambiata”. A riprova di questo circolano, con insistenza, voci che indicano come vicina la firma di un nuovo patto di sicurezza bilaterale tra Stati Uniti d’America e Ucraina. Questo nuovo accordo, che supera per la portata quelli sino ad ora siglati tra i due Paesi, prevede impegni per il supporto a lungo termine, inclusi addestramento militare, condivisione di intelligence e assistenza economica. Questo nuovo patto Zelensky- Biden dovrebbe essere firmato a margine della riunione del G7 di Borgo Egnatia in calendario dal 13 al 15 giugno. Mosca non ha accettato la decisione americana e minaccia ‘ritorsioni’. “L’intenzione degli Stati Uniti e degli altri paesi della Nato di continuare la guerra con la Russia sarà carica di gravi conseguenze per loro”, è l’affondo del portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. “Continuare la guerra avrà inevitabilmente delle conseguenze. Alla fine sarà molto dannoso per gli interessi di quei Paesi che hanno optato per la via dell’escalation”.
Secondo il portavoce del Cremlino, i Paesi della Nato, in primis gli Stati Uniti, si stanno consapevolmente dirigendo verso una nuova ondata di tensioni. E proprio l’Alleanza Atlantica gioca un ruolo fondamentale nello scontro tra Mosca e Kiev. E Jens Stoltenberg butta benzina sul fuoco. “Penso che sia arrivato il momento di rimettere in discussione alcune delle restrizioni sull’uso delle armi occidentali da parte di Kiev”. Da Praga, il segretario generale della Nato, preme il piede sull’acceleratore per un impegno massiccio dell’Alleanza atlantica nel conflitto ‘europeo’: al vertice Otan di Washington, in programma dal 9 all’11 luglio, Stoltenberg premerà per rafforzare il sostegno all’Ucraina con un “impegno finanziario pluriennale” perché è convinto che l’Ucraina può ancora prevalere nella sua guerra contro la Russia, “ma solo con il continuo e solido sostegno degli alleati della Nato”. Un impegno non solo economico ma soprattutto militare che viene ‘bocciato’ dal ministro degli Esteri italiano. Nella Nato “non c’è una decisione congiunta, il minimo comune denominatore è aiutare l’Ucraina, poi ogni Paese decide come far utilizzare le proprie armi. Per noi la Costituzione impedisce di fare la guerra ad altri Paesi, quindi le armi italiane devono essere usate nel territorio ucraino per difendersi”, afferma Antonio Tajani. E aggiunge che ribadirà la posizione dell’Italia: “non invieremo alcun militare a combattere contro i russi in territorio ucraino, né potranno essere utilizzate armi italiane per colpire in Russia: lo impedisce la Costituzione”. Per il responsabile della diplomazia italiana bisogna “aiutare la difesa dell’Ucraina, arrivare a una situazione di stallo militare che convinca Putin e il Cremlino a sedersi al tavolo della pace”. “Se la Russia vuole veramente la pace dovrebbe cominciare a riflettere sull’opportunità di ritirare le proprie truppe e di non colpire la popolazione civile come continua a fare”, ha aggiunto Tajani.

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