Giorgia Meloni presenta al Procuratore Antimafia un esposto su flussi irregolari di migranti, aggirando i ‘Decreti Flussi’

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Giorgia Meloni lo ha  raccontato ai ministri riuniti nel cdm: “Stamattina mi sono recata dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi del “Decreti Flussi”.

“La criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i ‘decreti flussi’ sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro”.  Secondo alcune fonti, fino a 15.000 euro per ‘pratica’. ‘Mi stupisco che nessuno dei governi precedenti se ne sia accorto’, sottolinea la premier.

In alcune regioni italiane – e in particolare nella Campania – si registra dunque un numero eccessivamente elevato di richieste di nulla osta al lavoro per i cittadini extracomunitari durante il cosiddetto “click day”. Un numero di domande decisamente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro presenti nella regione, sia essi imprenditori o privati cittadini.

Dopo l’esposto della premier  la Dna ha precisato di avere “funzioni di impulso e coordinamento di indagini delle procure distrettuali“. È emerso poi, a questo proposito, che la Procura di Napoli sta effettuando da tempo verifiche e monitoraggi.

Il Pd chiede che la commissione Antimafia convochi in audizione” la premier “Meloni e il procuratore nazionale Melillo, in relazione all’esposto” su “ipotesi di infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione di flussi di migranti”. E’ “necessario che anche il Parlamento, attraverso la bicamerale Antimafia, accenda fari, contribuisca a fare chiarezza, contrastando e colpendo – dove ci sono – illegalità e traffici illeciti, ma evitando nel contempo rischi di speculazioni”.

“Il Governo italiano vuole ristabilire un principio inderogabile: in Italia si entra regolarmente. Non intendiamo più consentire alla criminalità organizzata di aggirare lo Stato per portare avanti i suoi ignobili traffici”. Così la premier Giorgia Meloni, in un video postato sui social spiega il senso del suo esposto all’Antimafia in tema immigrazione. La premier dopo avere sottolineato la diminuzione del 60 per cento degli arrivi illegali ha chiarito di volersi soffermare su un altro aspetto inquietante: sui flussi migratori in apparenza regolari. 

Spiega la premier: “Il governo in questi mesi ha monitorato i flussi d’ingresso regolari in Italia per motivi di lavoro. E i dati che sono emersi sono inquietanti”, afferma  nel video postato sui suoi canali social. “Da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extra comunitari totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro. E il dato ancora più allarmante è che solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al decreto flussi ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro”.

Tiene a precisare che questo significativo scarto tra il numero di ingressi in Italia per motivi di lavoro “e i contratti di lavoro che vengono poi effettivamente stipulati è però una caratteristica che accomuna con numeri meno spaventosi molte regioni italiane”. Dunque, secondo la premier, questo significa “che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati in maniera fraudolenta”. Ecco perchè “questa mattina mi sono recata dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo. Ho consegnato un esposto sui flussi d’ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi dei cosiddetti decreti flussi. L’esposto all’autorità giudiziaria era doveroso per accertare quello che era accaduto fin qui. Ma è anche necessario che il governo ora intervenga per fermare questo meccanismo perverso e criminale per il futuro“.

“Il governo sta già lavorando a una serie di norme per fermare questo fenomeno che porteremo in uno dei prossimi Consigli dei ministri. E mentre il governo individuerà le necessarie soluzioni per il futuro, chiaramente auspico che si faccia piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni. Perché è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni. Mi stupisce che nessuno dei governi precedenti se ne sia accorto”.

L’obiettivo – spiega ancora la presidente del Consiglio – è ristabilire un principio inderogabile. In Italia si entra regolarmente se si ha un contratto di lavoro e non intendiamo più consentire al criminalità organizzata di aggirare lo Stato per portare avanti i suoi ignobili traffici”.

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