La scelta di autorizzare o meno l’Ucraina a colpire la Russia con armi fornite dai Paesi aderenti alla NATO, non significa un nostro ingresso in guerra. Del resto è stata Mosca ad invadere l’Ucraina , quindi uno stato sovrano, ed è legittimo che si difenda con risposte armate contro i luoghi dai quali sono resi possibili gli attacchi. Negare di farlo con armi fornite da Paesi occidentali equivale ad avvantaggiare l’aggressore e nel caso caso dell’Italia ad una riduzione di credito all’interno della NATO. Tralasciando questa pur doverosa premessa, il dibattito politico italiano sembra distaccato dal mondo reale. Nel nostro amato Paese, nonostante che l’autorizzazione all’uso delle armi, richiesto dall’Ucraina verso la Russia , non costituisca un atto diretto di guerra ma solo un aiuto indiretto ad un Paese aggredito, ebbene, alcune forze politiche obiettano che secondo l’art 11 della Costituzione l’Italia ripudia la guerra. Questo non è vero perché l’art 11 va letto nella sua interezza; l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Qualora fossimo attaccati o lo fossero i nostri alleati non vieta all’Italia di difendersi. Con questo non andiamo a cercare il pelo nell’uovo, ma solo per sottolineare un argomento di sostanza. Non è vero e ne è onesto asserire che difronte ad ogni conflitto il nostro Paese deve girare la faccia dall’altra parte . Non è educativo per i cittadini e soprattutto per i giovani . Non possiamo non sottolineare a riguardo che l’art 78 stabilisce che le Camere “ deliberano lo stato di guerra “. Dopo la dolorosa sconfitta della seconda guerra mondiale che ci ha visti trascinati una sciagurata alleanza, da allora se ci siamo risparmiate altre guerre lo dobbiamo all’ Unione Europea e al suo metodo di mediazione. Quindi non alteriamo la verità contenuta nei valori fondanti la nostra costituzione facciamo sì che la guerra diventi un tabù. Occorrerebbe favorire un’evoluzione dell’umanità e realizzare in un giorno un progresso del genere. Invece l’impresa richiederà sforzi lunghi e le guerre ce ne saranno ancora.
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa
Date: