La storia contemporanea insegna che non ci si può stupire più di nulla. Ci sono cose, fatti ed eventi che, molto spesso, vanno in direzioni opposte. La settimana scorsa, su richiesta del direttore del Nuovo Corriere Nazionale, Andrea Viscardi, l’organizzazione del G7, a presidenza italiana, ha accreditato i giornalisti della testata all’evento che si svolgerà in Puglia, dal 13 al 15 giugno. Che c’è di particolare? Nulla se non fosse che per quest’evento, di portata mondiale, l’organizzazione internazionale ha deciso di accreditare solo 1.700 giornalisti provenienti da tutto il mondo. Tra loro, con orgoglio, possiamo dire che ci siamo anche noi. Bene, la cosa ci lusinga e ci sprona a continuare, quotidianamente, nel nostro lavoro di “notai della storia”. Cosa che sotto la sapiente, professionale ed obiettiva giuda della direzione, ci auguriamo di continuare a fare nel solco dell’obiettività con il solo fine di rendere un servizio di informazione qualificato ai nostri lettori. Con questo stesso spirito, come testata, avevamo chiesto al sindaco di Bari e presidente nazionale dell’Anci di rilasciarci un’intervista in vista della sua candidatura alle elezioni europee. Abbiamo più volte contattato Decaro che, fino ad oggi, non ci ha rilasciato la richiesta intervista. Perché? Forse perché il presidente dei sindaci italiani, che nel suo spot elettorale parla i dialetti della gente del sud, ha pensato, anche, in vista dell’accreditamento della testata al G7, di non essere interessato ad una testata, certamente non compiacente (con lui come con nessuno) che viaggia a livelli mondiali di accreditamento e non solo europei o localistici. Forse avrà semplicemente pensato “io sono candidato al Parlamento Europeo che posso dire ad una testata che si occuperà di raccontare il summit dei sette grandi della terra, più Bergoglio?”. Apprezziamo la pudica modestia di Decaro ma, nonostante gli accrediti ricevuti per il G7, avremmo volentieri “ospitato” nel nostro network informativo, anche, lui pur non essendo (per lo meno ancora) un grande della terra. Lo avremmo “ospitato” come abbiamo fatto, per esempio, con il Patriarca Latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine, Cardinal Pierbattista Pizzaballa, del quale, proprio Decaro, ha avuto il privilegio di ascoltare la sua omelia e il suo pensiero. Forse non compreso? Per noi non cambia nulla, non ci strapperemo le vesti, del resto con quella intervista non avremmo puntato, come non puntiamo, in tutta umiltà, a intervistare gente per vincere il premio “Pulitzer”, ma avremmo voluto rendere un servizio ai nostri lettori che, oltre ad aver appreso che Decaro andrà a parlare in dialetto meridionale a Bruxelles, quando e qualora sarà eletto, non ha avuto la possibilità di conoscere i suoi programmi politici per quel ruolo al quale si è candidato. Pazienza, augurandogli di cuore di diventare uno dei sette grandi della terra (forse sarà questo, quello che ha pensato quest’anno mentre baciava la Sacra Manna di San Nicola), aspetteremo un prossimo futuro G7 per poterlo intervistare cosa che, se noi avessimo fatto anche oggi, non l’avremmo assolutamente vissuta come una diminutio.