Roberto Salis racconta cosa farà la figlia Ilaria se vince le elezioni europee.
Roberto Salis, padre di Ilaria, ha condotto la campagna elettorale al posto della figlia, al momento ai domiciliari in Ungheria
L’ingegnere Salis guidava una società da qualche decina di milioni di euro di fatturato ed è passato dai consigli di amministrazione alle piazze di mezza Italia.
La svolta nella vicenda di Ilaria Salis (ai domiciliari a Budapest dal 24 maggio dopo tredici mesi di carcere duro) potrebbe arrivare con le elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Se venisse eletta nelle fila di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), dove è capolista nella circoscrizione nord-ovest, ma votabile in tutte le altre isole comprese, potrebbe scattare un meccanismo che, secondo gli avvocati, condurrebbe alla liberazione. La candidatura con il partito di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli è arrivata il 30 aprile, “una risposta politica forte per un processo che è politico”.
Salis è riuscito a innescare una copertura mediatica che, in certi momenti, è stata pressoché totale. Il caso è montato inizialmente grazie al contributo di un comitato di compagni universitari e al supporto degli amici del liceo, arrivando fino alle testate nazionali e internazionali. Tanti hanno dato una mano; ma, al centro della scena, è rimasto sempre Roberto Salis: “Pochi giorni fa sono stato in Puglia, ieri ero in Sicilia, la settimana scorsa in Sardegna”. Perché, al fine di ottenere l’agognato seggio che potrebbe significare libertà, non basta arrivare davanti a tutti nella lista: Avs deve anche superare la soglia di sbarramento nazionale raccogliendo almeno il 4% dei voti totali. “Anche un risultato forte, se arrivasse esclusivamente nel nordovest, non servirebbe”, osserva l’ingegnere.
I sondaggi, secondo alcune fonti interne al partito direbbero che Ilaria Salis ce la può fare.
In caso di elezione, un nuovo inizio attende la quarantenne monzese, eccelsa negli studi quando frequentava il corso A del prestigioso liceo classico Zucchi di Monza in una delle sezioni più dure. Salis ha cominciato con l’attivismo politico poco dopo le superiori, prima tra le fila del centro sociale cittadino Boccaccio, poi nell’alveo di altre realtà milanesi dell’area antagonista.
La Salis è rimasta molto colpita da Luana Zanella, presidente di Avs, Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e Angelo Bonelli dei Verdi europei, che sono andati a trovarla in carcere.
“Ilaria condivide e si identifica nelle tematiche del programma di Avs. A questi, però, aggiungerà una serie di punti suoi, che ne caratterizzeranno il quinquennio a Strasburgo: una riflessione costante sulla condizione carceraria, sulle ingiustizie, sul fatto che ancora esistano disparità sociali inaccettabili”.
Sul capo di Salis, in caso di condanna, pende ancora la scure di una pena che può spaziare tra gli undici anni richiesti dalla Procura nella proposta di patteggiamento (rifiutata) e i ventiquattro, il massimo previsto dall’ordinamento magiaro per il reato di lesioni potenzialmente mortali. Un’esistenza, anche se le ferite oggetto del processo sono guarite in otto giorni. Se non venisse eletta, le cose potrebbero mettersi male. “Sono ancora in fondo al pozzo”, ha ricordato Salis nei giorni scorsi sui social media.
Per tredici mesi Ilaria è rimasta fuori dal mondo, spiega l’ex manager, solo un telegiornale governativo (in ungherese, lingua non indoeuropea che peraltro ha cominciato a studiare) a darle conto degli accadimenti del mondo. Non sapeva delle proteste degli studenti americani, conosce della guerra a Gaza solo quello che intuiva dalle immagini. Ma, sostiene il padre, si sente pronta. Ha parlato con amici e persone care, “quelli che voleva, li ha sentiti tutti”. Qualcuno le ha proposto di scrivere un libro sulla propria vicenda.
Negli ultimi giorni è venuta fuori una storia che riguarda abitazioni occupate abusivamente, uniti a un debito di 90mila euro riguardanti una morosità nei confronti di Aler, azienda lombarda per l’edilizia residenziale. ‘’Sono giornali che ho già querelato” e “nel merito risponderanno gli avvocati“. Così l’ingegnere Salis replica agli articoli pubblicati da Libero e Il Giornale, riguardanti una presunta morosità della figlia Ilaria che avrebbe un debito di oltre 90mila euro nei confronti dell’Aler, l’azienda lombarda per l’edilizia residenziale. Secondo i due quotidiani, Ilaria Salis avrebbe occupato abusivamente dal 2008 un appartamento Aler in via Borsi, zona Navigli di Milano, accumulando fino a dicembre del 2023 un debito di 90.123 euro.
“Non commento – ha aggiunto Roberto Salis – articoli fatti da giornali che ho già querelato dopo che mi hanno diffamato sostenendo che nel 2009 andavo a bloccare il traffico con i Cobas mentre ero amministratore delegato di una multinazionale che fatturava 50 milioni di euro e aveva 120 dipendenti. E quindi ognuno tragga le sue conseguenze su quanto possano essere credibili”.
Ilaria Salis “non ha mai ricevuto alcuna citazione né in sede civile né in sede penale per tale presunta occupazione. Né ha mai ricevuto alcuna richiesta di pagamento in merito”. A scriverlo in una nota sono gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, legali della 39enne detenuta a Budapest, in merito a una sua presunta morosità di 90mila euro nei confronti dell’Aler per il mancato pagamento del canone di locazione per un periodo di 16 anni.
“La prova – scrivono i due legali – che da allora ad oggi abbia ininterrottamente abitato in quella abitazione (compreso quindi l’anno e mezzo trascorso nelle carceri ungheresi nelle condizioni che tutti conoscono), sarebbe fondata unicamente sulla circostanza che nel 2008, quando aveva 23 anni (oggi ne ha quasi 40), Ilaria sarebbe stata trovata all’interno. Non risultano ulteriori accessi per verificarne la permanenza. Anzi, stando a quanto afferma “Libero”, l’immobile sarebbe occupato attualmente da un’altra persona”.
“È certo invece – proseguono – che Ilaria non abbia mai ricevuto alcuna citazione né in sede civile né in sede penale per tale presunta occupazione. Né ha mai ricevuto alcuna richiesta di pagamento in merito. Prima di contabilizzare un credito, sarebbe necessario verificarne attualità e fondatezza. E quantomeno mettere al corrente il debitore delle proprie pretese. Cosa che normalmente non viene fatta attraverso i giornali ad un giorno dalle elezioni”.