G7. Le conclusioni finali: Dal Piano Mattei all’Ai. Non c’è l’aborto. Il documento ufficiale

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La parola ‘aborto’ non c’è. E’ ufficiale. Nelle conclusioni finali ed ufficiali del vertice di Borgo Egnazia su cui c’è stata la convergenza tra i sette grandi della Terra l’oggetto del contendere non viene menzionato. Ma ci saranno riferimenti ai diritti della comunità Lgbt, la questione dei migranti per passare ai moniti rivolti a Cina e Russia. Non mancherà un appello alla pace in medio oriente così come debutterà il Piano Mattei per l’Africa, tanto caro alla Meloni, per chiudere con il problema dell’intelligenza artificiale. Sono questi i punti principali delle conclusioni del vertice di Borgo Egnazia su cui c’è stata la convergenza tra i sette leader della Terra. Giorgia Meloni vince sul piano Mattei per l’Africa, suo cavallo di battaglia, che trova l’ok degli grandi della terra. “Il partenariato del G7 per le infrastrutture e gli investimenti globali, comprese iniziative come il Global Gateway Ue – si legge – offre un quadro che utilizzeremo per promuovere la nostra visione di infrastrutture sostenibili, resilienti ed economicamente sostenibili in Africa, sostenute da una selezione trasparente di progetti, appalti, e finanza. In questo senso accogliamo con favore il Piano Mattei”. E poi il tema etico-economico-sociale dell’intelligenza artificiale che ha avuto come protagonista Papa Francesco: è la prima volta nella storia che un Pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei Sette. “Promuoveremo un’intelligenza artificiale sicura, protetta e affidabile” attraverso un “approccio inclusivo”, si legge nel documento. “Riconosciamo la necessità di approcci alla governance dell’IA che favoriscano l’inclusione, per aiutarci a sfruttare il potenziale dell’IA in un modo che rifletta questi valori e promuova il suo sviluppo mitigandone i rischi, anche per quanto riguarda i diritti umani”. Papa Francesco ha definito l’I.A. uno “strumento affascinante e tremendo”, ma anche un’arma a doppio taglio, come sempre accade quando si tratta di innovazioni tecnologiche. Puo’ essere angelica, nella sua applicazione, ma anche il suo perfetto contrario. Sta all’uomo mantenere il momento della decisione, sta all’uomo volgerla al bene oppure al male. Nel documento finale trova ampio spazio il tema del contrasto al traffico di migranti. Si afferma “l’impegno collettivo e la cooperazione rafforzata sulla migrazione, per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che essa presenta, in partenariato con i Paesi di origine e di transito”. “Ci concentreremo sulle cause profonde della migrazione irregolare, sugli sforzi per migliorare la gestione delle frontiere e frenare la criminalità organizzata transnazionale e sui percorsi sicuri e regolari per la migrazione”. Il G7 promette di “sostenere” Kiev “per tutto il tempo necessario”. Mosca deve “porre fine alla sua guerra illegale di aggressione e pagare per i danni che ha causato all’Ucraina. Vengono quindi resi disponibili 50miliardi dai profitti generati dagli asset russi congelati. I leader si impegnano anche a fare di più per ostacolare “lo sviluppo di futuri progetti energetici” e continuare a ridurre le entrate della Russia dai metalli. Nelle conclusioni finali c’è il riferimento a Pechino che deve “fermare il suo aiuto alla Russia”, affermano i leader, annunciando che estenderanno la portata delle sanzioni per colpire le imprese e le banche, anche in Cina, che stanno aiutando la Mosca ad aggirare le sanzioni sui beni e le tecnologie usate nella produzione di armi. Si sottolinea anche come le politiche commerciali di Pechino stiano portando “a distorsioni del mercato e nei tassi di crescita minando lavoratori, industrie e la nostra resilienza e sicurezza economica”. I 7 grandi chiedono l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi, e “un aumento significativo e sostenuto del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza e a una fine duratura della crisi, con gli interessi di sicurezza di Israele e la sicurezza dei civili palestinesi a Gaza garantiti”.  Appello anche a Israele affinché all’agenzia dell’Onu per i rifugiati sia permesso di lavorare senza ostacoli nella Striscia. Tema importante che si ripete ad ogni summit è quello del clima. I leader ribadiscono “la determinazione ad affrontare la triplice crisi globale del  cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità. Rimaniamo  fermi nel nostro impegno nei confronti dell’Accordo di Parigi e nel mantenere a portata  di mano il limite di 1,5°C di aumento della temperatura globale, e notiamo con profonda  preoccupazione i risultati del primo Global Stocktake della Conferenza delle Nazioni  Unite sui cambiamenti climatici (COP28), secondo cui esiste un significativo divario  tra le attuali traiettorie delle emissioni globali e questo impegno. Il nostro  obiettivo rimane invariato: fornire un contributo sostanziale agli sforzi per ridurre  le emissioni globali di gas serra di circa il 43% in questo decennio critico e del 60%  entro il 2035, rispetto al livello del 2019. Sottolineiamo che si tratta di uno sforzo  collettivo e che sono necessarie ulteriori azioni da parte di tutti i paesi, in  particolare delle principali economie, per raggiungere il picco globale di gas serra  entro il 2025 e raggiungere l’azzeramento entro il 2050. Ci impegniamo a presentare ambiziosi NDC allineati a 1,5°C, che fungeranno da  catalizzatori per gli investimenti, con obiettivi di riduzione assoluta a livello  economico, che coprano tutti i gas serra, i settori e le categorie. Sottolineando che  si tratta di uno sforzo collettivo, invitiamo tutti i paesi, in particolare il G20 e le  altre principali economie, a fare lo stesso. La parola aborto scompare dal testo finale ma vengono ribaditi “gli impegni espressi nel comunicato finale del G7 di Hiroshima per un accesso universale, adeguato e sostenibile ai servizi sanitari per le donne, compresi i diritti alla salute sessuale e riproduttiva per tutti”. Il riferimento all’aborto era invece esplicito negli impegni del comunicato finale del vertice a guida giapponese dello scorso anno. Ci sono, invece, i diritti Lgbt. Da Borgo Egnazia i leader del G7 esprimono “forte preoccupazione per la riduzione dei diritti delle donne, delle ragazze e delle persone LGBTQIA+ in tutto il mondo, in particolare in tempi di crisi”. Si condannano fermamente “tutte le violazioni e gli abusi dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali”. Il G7 riafferma quindi “l’impegno per l’uguaglianza di genere”. Rispetto al wording di Hiroshima spariscono però i riferimenti a “identità di genere” e “orientamento sessuale”.  

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