Dopo la debacle elettorale alle elezioni europee del M5S tutto l’ex stato maggiore del Movimento si è scagliato contro Giuseppe Conte. Ma le parole, quelle più incisive, perché essendo state pronunciate da Beppe Grillo, che ne resta il fondatore, fanno rumore e rischiano di alimentare una fronda contro di lui. Parole che hanno un peso politico specifico ‘diverso’. E a queste parole l’ex premier non poteva non rispondere per ribadire a chi lo accusa, sia dall’interno che dall’esterno, che il ‘capo’ del M5S è lui, che si resta nel campo progressista e che il Movimento è una comunità, sì certo, ma la guida resta lui. E vuole rafforzare e ribadire questo concetto soprattutto in vista dell’appuntamento di settembre quando sarà celebrata l’Assemblea costituente dei 5stelle. Ci vuole arrivare forte, fortissimo, e quindi sta continuando a fare terra bruciata attorno alla sua figura soprattutto nei confronti dei tanti ex grillini rimasti fuori dalle stanze dei palazzi del potere. “Il destino del Movimento non è nelle mani di Grillo ma nelle mani di una intera comunità di uomini e donne che deciderà del suo futuro all’Assemblea costituente a settembre”. “Di essenziale qui non c’è la singola persona ma la comunità, che ormai è fatta di gente seria, matura, che decide del proprio destino”, ha spiegato l’ex presidente del consiglio a Montecitorio. Poi Conte, ritornando sulle battute al veleno di Grillo che aveva detto, “alle Europee ha preso più voti Silvio Berlusconi da morto che lui da vivo” ha cercato di buttarla sul ‘comico’. “Lasciamolo liberamente fare le battute che ritiene. A quella che ha fatto su Berlusconi ho trovato più originale quella su Draghi grillino, anche se più dannosa per la comunità del Movimento 5 stelle”. Il leader del Movimento ha risposto anche a chi gli chiedeva della richiesta di Virginia Raggi di un “ritorno alle origini” per il Movimento. “Che significa ‘ritornare alle origini’? Significa ‘restart’, ‘rewind’? Il contesto politico e sociale è completamente mutato. Se non lo riesci a interpretare sei sempre più fuori”. Lui, politicamente, se non avesse una linea politica su temi importanti per il futuro della Nazione, una linea politica ‘ondivaga’, si dice, oggi, ancorato al campo progressista. Poi “se qualcuno ha inclinazioni di destra ne tragga le conseguenze”. Ovvero via dal Movimento e libero di scegliere la sua strada.
Conte risponde a Grillo: Nel M5S comando io. Il Movimento resta nel campo progressista
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