Benevento. Violenza di gruppo: ai domiciliari un cardiologo e un pm onorario

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Un cardiologo, in servizio in un ospedale di Benevento, ed un vice procuratore onorario sono finiti ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata dalla circostanza di esser stata realizzata da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. I due avrebbero, durante alcune visite mediche, abusato di alcune pazienti riprendendo poi tutto con foto e video. Gli arrestati sono un avvocato della provincia di Taranto, di 58 anni, all’epoca dei fatti vice procuratore onorario in servizio alla Procura della Repubblica del tribunale di Lecce, e un medico cardiologo in servizio in un ospedale di Benevento, di 60 anni. I due uomini devono rispondere di violenza sessuale di gruppo aggravata per aver abusato delle pazienti durante finte visite mediche a cui il cardiologo faceva partecipare l’amico avvocato presentandolo come suo assistente. La Procura di Benevento nei confronti dei due indagati, nel 2023 aveva già chiesto l’arresto, ma negato da gip. Le misure cautelari scaturiscono da una pronuncia della Corte di Cassazione che ha dichiarato esecutivo il provvedimento del tribunale del riesame del febbraio scorso di accoglimento dell’appello della Procura della Repubblica di Benevento. Le pazienti, secondo le indagini della Guardia di Finanza, sarebbero state anestetizzate e sottoposte ad abusi per poi essere filmate dai due uomini a turno. Le immagini venivano poi diffuse su un gruppo whatsapp e per questo i due arrestati devono rispondere anche di diffusione illecita di immagini e video a sondo sessuale. Il programma per adescare le inconsapevoli vittime era semplice: il medico programmava le visite e contattava l’amico avvocato, che partiva da Pulsano alla volta di Benevento, indossava il camice bianco e si fingeva medico. E poi filmava gli abusi sulle ignare vittime. Per lui l’accusa è anche di esercizio abusivo della professione medica. Dai telefoni cellulari e dai dispositivi telematici sequestrati dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Lecce (che stava indagando su Zito per altri presunti reati) sarebbero emersi ulteriori elementi di colpevolezza. Dopo aver appreso dell’inchiesta l’avvocato si era autosospeso, mentre il medico svolgeva regolarmente il suo incarico in ospedale.

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