Bari – Prosegue l’attività di verifica della commissione ministeriale

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Si va, secondo fonti informali ma ben informate, verso la richiesta di proroga delle attività di verifica della commissione ministeriale nominata dal Viminale composta dall’ex prefetto Claudio Sammartino, dal viceprefetto Antonio Giannelli e dal maggiore dello Scico, della guardia di finanza, Pio Giuseppe Stola. Una proroga di massimo ulteriori tre mesi entro i quali i tre 007 del ministero dovranno redigere e inviare al prefetto di Bari, una dettagliata relazione finalizzata alla verifica della presunta esistenza di infiltrazioni mafiose, per valutare la sussistenza di eventuali presupposti finalizzati allo scioglimento del consiglio comunale del capoluogo pugliese. Ormai sono passati quasi tre mesi da quando, a Bari, sta lavorando la commissione di accesso finalizzata a verificare un’ipotesi di scioglimento del comune legata all’inchiesta, della procura della repubblica del capoluogo pugliese, “codice interno” che, lo scorso 26 febbraio, portò agli arresti 137 persone con accuse a vario titolo di associazione a delinquere con l’aggravante del metodo mafioso. In quella occasione finì in manette anche, Maria Carmen Lorusso, moglie di Giacomo Olivieri un ex consigliere regionale e già presidente della municipalizzata “multiservizi”, una consigliera comunale eletta nelle fila del centro destra e poi transitata nei ranghi della maggioranza di centrosinistra. A fine febbraio l’inchiesta risucchiò, nel suo vortice giudiziario, anche, l’Amtab, la municipalizzata del trasporto pubblico barese che venne sottoposta ad amministrazione giudiziale nella persona dell’avvocato romano Luca D’Amore. Dal ministero dell’Interno, si dalla prima ora, hanno fatto sapere che “l’accesso ispettivo, disposto ai sensi di precise disposizioni di legge, a Bari come in diversi enti locali per analoghe circostanze, non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento del comune, ma a una approfondita verifica dell’attività amministrativa, anche a tutela degli stessi amministratori locali che possono offrire, in quella sede, ogni utile elemento di valutazione”. Intanto, a Bari, qualche giorno fa, si è insediato il nuovo sindaco, nella persona dell’ex parlamentare dei verdi, Vito Leccese. A succedere ad Antonio Decaro, con un suffragio plebiscitario, al ballottaggio, è stato il suo ex capo di gabinetto elemento, anche questo, secondo i ben informati, finito sotto la lente d’ingrandimento delle verifiche per stabilire se ci sia ancora un nesso di collegamento e prosecuzione delle attività amministrative oggetto di valutazioni giudiziarie sotto il profilo di probabili infiltrazioni e condizionamenti mafiosi della macchina amministrativa. Secondo voci di corridoio si aspettano al varco delle valutazioni le prime decisioni che il neo primo cittadino barese sarà chiamato a prendere, soprattutto, in tema di nomine alla guida delle diverse aziende pubbliche che fanno capo a palazzo di città. In questo campo la partita di Vito Leccese che, però, potrà contare sull’appoggio e i consigli di Michele Laforgia, noto avvocato penalista dalla integerrima fama legalista, è abbastanza delicata. Da palazzo di città dovranno essere affidate le deleghe di giunta alle aziende partecipate, deleghe che Leccese come il suo predecessore potrebbe decidere di trattenere per sé, e di conseguenza procedere alla nuove nomine dei manager pubblici. Uno dei primi nodi da sciogliere, anche alla luce della seconda indagine in corso, sarà proprio la nomina del nuovo consiglio di amministrazione dell’azienda di viale Jacobini. A seguire dovrebbe toccare al consiglio di amministrazione del consorzio Asi, che gestisce l’area industriale barese. Azienda quest’ultima presieduta dall’avvocato Pierluigi Vulcano, già presidente dell’Amtab ai tempi delle contestazioni giudiziarie emerse dall’inchiesta “codice interno” e, poi, finito nella bufera mediatica per via di un maxi contenzioso tributario con l’amministrazione fiscale, fatto questo che aveva portato, proprio lo stesso Laforgia, in campagna elettorale a chiedere a gran voce la rimozione del manager dal timone dell’azienda pubblica della quale il comune di Bari è socio. Dopo queste due aziende, infine, seguiranno le nomine o le conferme degli amministratori delle altre società pubbliche come le aziende del gas e la multiservizi. Tutte scelte queste che potrebbero finire al vaglio della commissione e determinare gli eventuali esiti di verifica con le conseguenti evoluzioni.

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