Alle 20 l’affluenza delle elezioni legislative in Francia raggiunge il 69,5%. È la stima elaborata dall’istituto Elabe per Bfmtv, Rmc e La Tribune Dimanche. Si tratterebbe di un dato superiore di 22 punti rispetto al 47,51% del primo turno delle legislative del 2022.
Il premier francese Gabriel Attal è arrivato all’Eliseo, dove è in corso un colloquio con il presidente Emmanuel Macron, iniziato dopo la chiusura dei seggi nei comuni più piccoli.
Marine Le Pen, fondatrice e leader del Rassemblement National (Rn), è arrivata nel quartier generale del partito a Hénin-Beaumont, il suo feudo nel nord della Francia.
Giornata elettorale al momento senza incidenti di rilievo, anche se resta l’allerta per possibili tensioni in serata dopo l’annuncio dei risultati, in particolare nel caso di una vittoria dell’estrema destra del Rassemblement National. Nei giorni scorsi il sindaco di Lione, l’ecologista Grégory Doucet, ha chiesto al governo l’invio di “rinforzi di polizia”: in giornata nella seconda città della Francia sono affluiti duecento agenti, mentre alcuni commercianti hanno scelto di proteggere le proprie vetrine con dei pannelli di compensato. A Parigi, al momento, la situazione è calma e non si notano presenze “preventive” della polizia nei luoghi tradizionali delle manifestazioni della sinistra, da place de la République a place de la Bastille.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha riunito all’Eliseo i leader dei partiti della maggioranza uscente. Lo rende noto Le Figaro, mentre si avvicina la chiusura dei seggi del primo turno delle elezioni legislative anticipate (aperti fino alle 20 nelle maggiori città)
Il Nouveau Front Populaire (Nfp), la coalizione di sinistra capeggiata da Jean-Luc Mélenchon, ha indetto per questa sera un raduno elettorale a Parigi, in Place de la République, a partire dalle 22.
“Ho votato. Grazie a tutti coloro che hanno permesso il regolare svolgimento delle elezioni: voi mantenete viva la democrazia”. Lo scrive sul suo profilo X il presidente francese Emmanuel Macron. Poi un appello agli elettori che cita la Marsigliese: “Alle urne, cittadini!”.
I sondaggi francesi lasciano presagire che il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella scuoterà dalle fondamenta le paludate dinamiche della politica francese. La vittoria alle Europee e l’endorsement di Ciotti, leader dei Republicans neo-gollisti, hanno costretto gli analisti transalpini ad uscire dalla dinamica amico-nemico e dalla comoda posizione del blocco repubblicano antifascista, per provare a capire dove nasca, come cresca e perché si consolidi il consenso per il partito di Marine Le Pen. La situazione odierna in Francia non è dissimile da quella che ha portato Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia a guidare l’Italia, mentre tutti lo vedevano come un obiettivo impossibile o irrealizzabile.
Il successo del Rassemblement è radicato nella incapacità della classe dirigente transalpina di dare risposte concrete alla società francese in un momento di grandi mutamenti politici e sociali.
A votare a destra oggi è sia la classe operaia del nord come la borghesia della Provenza e della Costa Azzurra, confermando la distanza con la realtà, e con il popolo, di Macron e della sua sinistra legata ai conventi degli intellettuali. Gli avversari di Marine e Jordan sono un nuovo Fronte popolare impegnato a tenere nella stessa barca Holland e Melenchon che confidano di non vedere arrivare il blocco nazionale formato da Rassemblement e Républicains, che sono in sintonia con quella Francia profonda che chiede sicurezza, rispetto dell’identità francese e politiche economiche nazionali non più asservite, acriticamente, ai desiderata dei tecnocrati di Bruxelles.
Il trentenne Jordan Bardella, con il suo milione di follower su Tik Tok, richiama i cugini d’oltralpe a un sussulto d’orgoglio, cancellando con un lavoro importante di immagine e di sostanza politica i dubbi e i pregiudizi sul partito di Marine Le Pen; una leader capace, negli anni, di cacciare dalle proprie fila il padre Jean Marie, ripudiare i neonazisti tedeschi di ADF, spostare l’asse su un atlantismo “meloniano” fatto di fermezza nazionale e consapevolezza della necessità di un occidente forte, coeso e con le radici piantate nel terreno fertile dell’Europa dei popoli.
Marine Le Pen propone le politiche per far uscire la Francia da una crisi profonda dovuta all’indolenza macroniana e dall’acquiescenza verso politiche migratorie che hanno prodotto disagio, violenza e marginalizzazione, piuttosto che accettazione del multiculturalismo.
Bardella e Le Pen si candidano a rappresentare la risposta a questa deriva, senza costruire cartelli elettorali privi di programmi ma sollevando esclusivamente le vecchie motivazioni impostate sulla paura, sui pregiudizi ideologici e sulle dinamiche amici-nemici, superando i problemi anche al di là di Ventimiglia, cambiando per sempre la politica francese ed europea.