Usa. Trump graziato a metà dalla Corte Suprema. L’ex presidente: Orgoglioso di essere americano

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La Corte Suprema degli Stati Uniti riconosce a Donald Trump una immunità parziale per alcune delle azioni che gli vengono contestate nel processo per l’interferenza elettorale. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha affermato che i presidenti hanno immunità assoluta per gli atti chiaramente ufficiali ma nessuna immunità per quelli non ufficiali. L’ex presidente, quindi, è protetto dall’incriminazione per azioni ufficiali che si sono estese fino al “perimetro più esterno” del suo incarico, ma invece potrà essere incriminato per azioni private o personali. La sentenza, che è stata approvata con i voti favorevoli dei 6 giudici di orientamento conservatore e con quello contrario dei tre liberal, non farà archiviare i procedimenti federali a carico di Trump, dal momento che non gli è stata riconosciuta l’immunità totale, ma avrà l’effetto di ritardare ancora l’eventuale inizio del processo. E quindi Trump così scongiura con ogni probabilità il rischio di dover tornare sul banco degli imputati, questa volta in processo federale con imputazioni potenzialmente gravi, prima del voto di novembre. “Una grande vittoria per la nostra Costituzione e democrazia. Sono orgoglioso di essere americano”, esulta Trump su Truth Social. La sentenza della maggioranza, firmata dal giudice capo John Roberts, prevede infatti che ora i due procedimenti a carico di Trump, quello per le carte segrete in Florida e quello per le interferenze elettorali di Washington, ritornino alle corti di grado inferiore per determinare, alla luce della decisione dei sommi giudici, per quali capi di imputazione possa essere processato e per quali no. “La relazione tra il presidente e le persone che serve è mutata in modo irrevocabile. Il presidente ora è un re al di sopra della legge”: scrivono Sonia Sotomayo, Elena Kagan e Ketanji Brown Jackson, i tre giudici liberal che hanno espresso il loro dissenso alla decisione della maggioranza della Corte Suprema. “Questa nuova immunità per gli atti ufficiali ora sta come un’arma carica a disposizione di ogni presidente che desideri mettere i suoi propri interessi, la sua sopravvivenza politica e il suo vantaggio finanziario al di sopra degli interessi della nazione”, si legge ancora nell’opinione di dissenso scritta da Sotomayor con cui si mette in guardia dalle conseguenze a lungo termine dalla decisione di oggi della Corte che crea una “zona libera dal controllo della legge” attorno al presidente. “Il presidente degli Stati Uniti è la persona più potente del Paese, probabilmente del mondo – scrive ancora la giudice – quando usa i suoi poteri ufficiali, secondo il ragionamento della maggioranza, ora sarà protetto dall’incriminazione penale. Ordina al team 6 dei Navy Seal di assassinare un suo rivale politico? E’ immune. Organizza un golpe militare per rimanere al potere? Immune. Accetta tangenti in cambio di una grazia? Immune, immune, immune”. La sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti “non cambia i fatti, dobbiamo essere chiari su quello che è successo il 6 gennaio: Donald Trump è uscito fuori di testa dopo che ha perso le elezioni del 2020 e ha incoraggiato la folla a rovesciare i risultati di elezioni libere e eque”, è il commento che arriva dal quartier generale della campagna elettorale di Joe Biden. “Trump sta già candidandosi alla presidenza come pregiudicato per le stesse ragioni per cui è rimasto fermo mentre la folla attaccava con violenza il Congresso – continua la dichiarazione – lui pensa di essere al di sopra della legge e è disposto a fare qualsiasi cosa per ottenere e mantenere il potere per se stesso”.

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