Il muschio “Syntrichia caninervis” è la prima pianta ad essere testata per l’idoneità alla sopravvivenza su altri pianeti oltre la Terra. Nell’articolo pubblicato su “Innovation” dai ricercatori dell’Accademia delle scienze cinese si legge: “molti piani per stabilire insediamenti umani su altri pianeti si concentrano sull’adattamento, delle colture, alla crescita in ambienti controllati. Tuttavia, è necessario trovare ‘piante pioniere’ in grado di crescere nelle difficili condizioni atmosferiche che caratterizzano gli ambienti extraterrestri, come quello di Marte”.
Ecco che il Syntrichia caninervis è sembrato subito un ottimo candidato come pioniere. Infatti, già sulla Terra, cresce lì dove nessuna pianta oserebbe mai mettere radici: nel deserto ed in Antartide. E la ricerca non ha fatto altro se non provare che i veri limiti di questa pianta sono davvero impressionanti. Il muschio è stato conservato a -80 C per un periodo variabile dai tre ai cinque anni, per poi essere trasferito in azoto liquido a -196 C; le piante sono riuscite a rigenerarsi, anche se quelle disidratate sembrano avere migliori possibilità di sopravvivere.
C’è anche da tenere in considerazione la differente composizione dell’atmosfera marziana e la continua esposizione alle radiazioni. Marte è piccolo, troppo piccolo per poter generare un campo magnetico potente come quello terrestre; di conseguenza, la sua atmosfera è più rarefatta e non esistono schermi dalle radiazioni per questo pianeta. Perciò, il muschio è stato testato a condizioni di bassa pressione, con aria composta al 95% di anidride carbonica e radiazioni circa 100 volte più potenti di quelle che potrebbero provocare gravi convulsioni agli esseri umani: non soltanto è sopravvissuto, ma sembra anche essere agevolato nella crescita quando esposto alle radiazioni.
Alla fine dei 7 giorni di esposizione alle condizioni marziane, rese possibili in laboratorio dalla “Planetary Atmospheres Simulation Facility” dell’Accademia cinese, la percentuale di rigenerazione della pianta ha raggiunto il 100%. Non si può ancora parlare di sistemi autonomi, ma questa ricerca è la prima che concerne un’intera pianta: fino ad oggi, si erano studiati solo batteri e microrganismi, con l’intento di trovare alleati per l’insediamento umano su altri pianeti. I ricercatori si augurano che questa scoperta possa portare oltre la ricerca, con vere e proprie colture di Syntrichia caninervis sulla Luna.