Volodymyr Zelensky invita la Russia di Vladimir Putin a partecipare alla prossima conferenza di pace

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Volodymyr Zelensky  ha invitato la Russia di Vladimir Putin a partecipare alla prossima conferenza di pace che, dal suo punto di vista, potrebbe essere un segnale da considerare in modo opportuno. I colloqui per preparare il secondo summit sulla risoluzione del conflitto in Ucraina inizieranno a luglio, come spiegato dallo stesso Zelensky in conferenza stampa a Kiev: ”Credo che debbano esserci rappresentanti russi al secondo summit”.

La conferenza di pace- la seconda dopo quella in Svizzera- si svolgerà a novembre.

Da un lato il premier ucraino continua a chiedere aiuto all’Occidente, facendo presente agli alleati che Kiev ha bisogno di armi per continuare a respingere l’offensiva militare del Cremlino. Racconta quotidianamente  le tragedie generate dal conflitto, tra attacchi missilistici e raid contro edifici residenziali e ospedali, poi ‘apre’ per la prima volta alla Russia.

 All’ultimo vertice organizzato in Svizzera  Vladimir Putin non era stato invitato. «Penso che i rappresentanti russi dovrebbero partecipare a questo secondo vertice», ha detto Zelensky in conferenza stampa illustrando le tappe del percorso: “A fine luglio o inizio agosto ci sarà un primo incontro a livello di ministri e consiglieri per la sicurezza nazionale. Il primo incontro sulla sicurezza energetica sarà molto probabilmente in Qatar. Ad agosto ci sarà un incontro in Turchia su libertà di navigazione. Ci sarà la questione della sicurezza alimentare e ci sarà un piano completamente preparato e sviluppato. A settembre ci sarà un incontro in Canada nel settore umanitario”.

Furbescamente Zelensky pensa a quella che potrà essere la futura presidenza degli Stati Uniti nella persona di Donald Trump e valuta la necessità di avere il continuo sostegno  di Washington all’Ucraina. Trump non ne ha mai fatto mistero che sull’Ucraina si assisterà ad un cambiamento di rotta.   «Penso che se Donald Trump diventerà presidente, lavoreremo insieme. Non sono preoccupato per questo», afferma Zelensky che,   durante il  vertice della Nato ha incontrato i governatori repubblicani e gli è stato assicurato il sostegno del partito. «Ci sono falchi i cui messaggi sono più di destra o più radicali», ha detto Zelenskyj ai giornalisti. «Ma voglio dirvi che la maggioranza del Partito repubblicano sostiene l’Ucraina e il popolo ucraino».

Zelensky, forse ha ascoltato,  quanto dichiarato dal senatore Vance, futuro vice presidente in caso di vittoria di Trump: ‘Sull’Ucraina le scelte dell’Europa, della Nato e di Biden,  sono state motivate troppo dal moralismo e non abbastanza da un pensiero strategico. Con la Russia  occorre invece realismo. La sua ricetta per l’Ucraina prevede al  punto primo di ‘congelare la situazione dove è adesso’. Al punto secondo garantire l’indipendenza di Kyiv, ma anche la sua neutralità: la Russia ha chiesto un sacco di cose in modo disonesto, ma la neutralità è chiaramente qualcosa che vedono come condizione esistenziale. Punto terzo, garantire un qualche tipo di assistenza americana nel lungo termine’. Secondo Vance, ‘con le nostre capacità non riusciremo a fermare i russi all’infinito. Abbiamo il vantaggio che loro non possono conquistare e tenere tutta l’Ucraina e non possono sostenere questa economia di guerra’. Per questo, a suo dire, è il momento di un armistizio. E questo sarà un tema caldo nei prossimi mesi di campagna elettorale americana che, fuor d’ogni dubbio, non prevederà sostegni economici o invii di armi.

Riguardo la proposta di pace, da Putin ne è stata fatta già una:

“Oggi facciamo una proposta reale di pace, stiamo parlando non del congelamento del conflitto ma della sua cessazione totale”, ha detto il presidente Vladimir Putin in merito alla proposta di negoziati a condizione che gli ucraini si ritirino da quattro regioni e rinuncino a entrare nella Nato. “Noi esortiamo a voltare la tragica pagina della Storia e ripristinare gradualmente le relazioni con l’Ucraina e l’Europa”, ha aggiunto. Se l’Occidente e l’Ucraina rifiuteranno, ha avvertito Putin, si assumeranno la “responsabilità della continuazione dello spargimento di sangue”.

 Putin – riporta l’agenzia Ria Novosti – ha dichiarato che per mettere fine all’aggressione militare contro l’Ucraina, Mosca chiede che questa abbia “uno status neutrale, non allineato”, e non abbia armi nucleari. Il presidente russo chiede anche quelle che definisce “smilitarizzazione e denazificazione” dell’Ucraina.

Kiev ha rinunciato alle armi nucleari nel 1994 con il Memorandum di Budapest con cui Russia, Usa e Gran Bretagna si erano impegnate a garantire l’integrità territoriale dell’Ucraina.

 “Naturalmente, i diritti, le libertà e gli interessi dei cittadini di lingua russa in Ucraina devono essere pienamente garantiti, le nuove realtà territoriali, lo status delle repubbliche di Crimea, Sebastopoli, Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia come soggetti della Federazione Russa devono essere riconosciute”, ha dichiarato ancora Putin secondo Ria Novosti sostenendo che “queste disposizioni basilari e fondamentali dovranno essere registrate sotto forma di accordi internazionali fondamentali” e che “naturalmente ciò implica anche l’abolizione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia”.

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