Alle 13 il Parlamento Europeo voterà per decidere se riconfermare Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea

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Oggi,  il Parlamento Europeo si riunisce per discutere e votare la riconferma di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’Unione Europea. Per essere rieletta von der Leyen deve ottenere almeno 361 voti su 720, ossia la maggioranza assoluta dei membri dell’assemblea, e fino a pochi giorni fa il fatto che riuscisse a prenderli non era considerato scontato. Oggi invece secondo diversi parlamentari e funzionari europei che hanno parlato con il sito di news europee Politico ci sono buone possibilità che il voto abbia un esito positivo, più che altro perché in caso contrario si aprirebbe nell’Unione una crisi senza precedenti, in un momento già molto delicato. Le votazioni cominceranno alle 13 e il risultato è atteso intorno alle 14:45.

Stamattina, Ursula von der Leyen ha tenuto un discorso al Parlamento Europeo riguardante la sua riconferma alla presidenza della Commissione Europea. Durante il suo intervento, ha sottolineato alcuni punti chiave riguardanti l’attuale situazione economica e politica. Ad esempio, ha evidenziato che la disoccupazione è ai minimi storici, inferiore al 6%, mentre l’occupazione è ai massimi storici, oltre il 75%. Inoltre, ha fatto riferimento all’inflazione, che si avvicina all’obiettivo del 2%2. Questo discorso è stato cruciale per ottenere il sostegno necessario per la sua rielezione.

L’Unione europea deve “assicurarsi che l’era della dipendenza dai combustibili fossili russi sia finita una volta per tutti”,  ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, pronunciando il discorso al Parlamento europeo  per la riconferma alla guida delle Commissione. La dichiarazione è stata accompagnata da un lungo applauso da parte degli eurodeputati dell’Aula.

‘Le scelte definiscono il destino e in un mondo pieno di avversità il destino dipende da ciò che faremo ora. L’Europa è dinnanzi ad una scelta decisiva che definirà la nostra posizione nel mondo nel prossimo quinquennio. L’Europa non può controllare dittatori e demagoghi nel mondo ma può scegliere di tutelare la nostra democrazia. Serve un’Ue forte, il suo destino dipende da noi e  siamo davanti a una scelta decisiva’,  ha detto Ursula von der Leyen nel suo discorso di candidatura alla presidenza della Commissione alla Plenaria dell’Eurocamera sottolineando la necessità di una scelta per una ‘Europa forte’.

‘Guardando al futuro, il Clean Industrial Deal deve consentirci di investire di più insieme in tecnologie pulite e strategiche e in industrie ad alta intensità energetica. Il futuro dell’industria tecnologica pulita e all’avanguardia deve essere fatto in Europa. Ecco perché presenterò un nuovo Fondo europeo per la competitività come parte della nostra proposta per un bilancio nuovo e rafforzato nel prossimo quadro finanziario pluriennale’,  afferma  Ursula von der Leyen, nelle sue linee programmatiche 2024-2029. ‘Questa capacità di investimento investirà in tecnologie strategiche, dall’intelligenza artificiale allo spazio, dalla tecnologia pulita alla biotecnologia, per garantire che sviluppiamo tecnologie strategiche e le produciamo qui in Europa. E garantirà che utilizziamo il potere del nostro bilancio per sfruttare e ridurre i rischi degli investimenti privati nei nostri obiettivi comuni’.

‘Per aiutare a coordinare questo lavoro a livello europeo, nominerò un Commissario per la Difesa, che lavorerà a stretto contatto con il prossimo Alto Rappresentante/Vicepresidente in conformità con il Trattato. Per definire il nuovo approccio e identificare le nostre esigenze di investimento, presenteremo congiuntamente un Libro bianco sul futuro della difesa europea nei primi 100 giorni del mandato.  I trattati devono essere modificati laddove possono migliorare la nostra Unione, presenteremo proposte per migliorare la capacità d’azione dell’Europa, esaminando nuovi formati e processi decisionali, anche per un’Unione più ampia’, è quanto si legge nelle linee guida politiche della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per i prossimi cinque anni di mandato: ‘Ci concentreremo su ciò che può essere fatto già ora e sulle aree in cui sta emergendo un ampio consenso’, si legge.

‘Per i prossimi cinque anni di mandato nominerò un commissario per il Mediterraneo che si concentri su investimenti e partenariati, stabilità economica, creazione di posti di lavoro, energia, sicurezza, migrazione e altre aree di interesse reciproco, nel rispetto dei nostri valori e principi’, si legge nelle linee guida politiche della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il futuro commissario, precisa von der Leyen, lavorerà a stretto contatto con l’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza.

‘Avanti con il Green Deal, ma serve un nuovo Patto industriale. Dobbiamo e manterremo la rotta sugli obiettivi stabiliti nel Green Deal europeo. La crisi climatica sta accelerando rapidamente. E c’è un’esigenza altrettanto urgente di decarbonizzare e industrializzare la nostra economia allo stesso tempo. Dobbiamo concentrarci sull’attuazione del quadro giuridico esistente per il 2030, nel modo più semplice, equo e conveniente. Abbiamo bisogno di un nuovo Clean Industrial Deal per industrie competitive e posti di lavoro di qualità nei primi 100 giorni del mandato’,  afferma la presidente della Commissione europea incaricata, Ursula von der Leyen, nelle sue linee programmatiche 2024-2029: ‘Ci concentreremo completamente sul supporto e sulla creazione delle giuste condizioni affinché le aziende raggiungano i nostri obiettivi comuni. Ciò significa semplificare, investire e garantire l’accesso a forniture energetiche e materie prime economiche, sostenibili e sicure. Ciò preparerà la strada verso l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040 che proporremo di sancire nella nostra legge europea sul clima. A ogni passo, lavoreremo in partnership con l’industria, i partner sociali e tutte le parti interessate. Proporremo un Industrial Decarbonisation Accelerator Act per supportare le industrie e le aziende durante la transizione. Ciò incanalerà gli investimenti in infrastrutture e industria, in particolare nei settori ad alta intensità energetica’.

Von der Leyen fa parte del Partito Popolare Europeo (PPE), di centrodestra, il gruppo più grande del Parlamento Europeo con 188 deputati. Si era candidata a un secondo mandato già lo scorso febbraio ed era stata confermata a fine giugno dal Consiglio Europeo, che riunisce i capi di stato e di governo dei 27 paesi membri. Alle elezioni europee di inizio giugno l’alleanza che l’ha sostenuta durante la scorsa legislatura – quella formata dal PPE, dai Socialisti (del gruppo S&D, di centrosinistra) e dai liberali di Renew Europe – ha eletto 401 europarlamentari, meno del 2019 ma comunque più di quelli necessari per approvare la sua rielezione. Come è successo cinque anni fa però ci si aspetta che una parte di questi deputati non segua le indicazioni del proprio partito e voti contro von der Leyen, sfruttando il fatto che il voto sarà segreto.

Il Parlamento Europeo non ha mai bocciato un candidato alla presidenza della Commissione Europea e se questo accadesse giovedì sarebbe un gran problema per l’Unione: i leader della maggioranza dovrebbero riunirsi di nuovo e scegliere entro un mese una persona per sostituire von der Leyen, che dovrebbe poi essere nuovamente votata dal Parlamento Europeo. Questo porterebbe il nuovo o la nuova presidente della Commissione a insediarsi non a novembre, ma all’inizio del 2025, lasciando le istituzioni europee in una situazione di stallo politico.

Per questo motivo nelle ultime settimane von der Leyen ha cercato il sostegno di altri gruppi, in particolare quello dei Verdi di sinistra, che hanno detto che decideranno ufficialmente se sostenerla dopo aver sentito il suo discorso, che si è tenuto stamattina.

Anche il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), di estrema destra e di cui il partito più importante è Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, è diviso sull’appoggio a von der Leyen e potrebbe decidere all’ultimo se sostenerla. Seppure radicale, il gruppo sostiene alcune posizioni più vicine a quelle dei partiti conservatori tradizionali, per esempio il sostegno all’Ucraina, che manca negli altri due gruppi di estrema destra dei Patrioti per l’Europa (di cui fanno parte tra gli altri il Rassemblement National francese e la Lega) e di Europa delle nazioni sovrane (ESN), guidato dal partito tedesco Alternative für Deutschland.

Negli ultimi mesi von der Leyen aveva cercato di avvicinarsi a ECR dicendo però di non essere interessata ad avviare una «collaborazione strutturale» con il partito, cosa a cui i gruppi che compongono la sua maggioranza sono estremamente contrari. Martedì von der Leyen ha incontrato di nuovo i leader di ECR ma al termine non è stata diffusa alcuna dichiarazione ufficiale, cosa che potrebbe significare che la posizione del partito sul voto non è ancora stata definita.

Nel caso in cui i Verdi non la sostenessero, von der Leyen avrebbe bisogno dei voti di ECR per essere sicura di essere eletta vista la possibilità di diversi franchi tiratori, ma il gruppo in cambio vuole essere preso più in considerazione durante i negoziati per le nomine delle più importanti cariche dell’Unione, processi da cui finora è stato abbastanza escluso.

Antonio Tajani in un’intervista a “Il Giornale” afferma: ‘Alla fine FdI votera’ von der Leyen alla presidenza della Commissione? Mi auguro – replica il leader di Forza Italia – che ci possa essere un consenso anche dai conservatori. Anche per dare un messaggio di stabilita’. Tuttavia, per Tajani ‘bisognera’ correggere alcune delle posizioni politiche che la von der Leyen ebbe nei primi anni della sua presidenza, soprattutto in materia ambientale’.

Ora, l’Unione Europea attende con ansia l’esito del voto e la conferma della sua presidenza.

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