Da Pechino la Premier bacchetta la stampa non in sintonia

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In replica alle obiezioni mosse dall’ UE nei confronti del nostro governo, sul tema dei diritti, la Premier da Pechino, ha accusato Bruxelles di dar credito alle critiche al suo governo portate avanti da alcuni giornali, che lei definisce tra le righe non amici: Repubblica in primis, Domani e Fatto Quotidiano. Ci sembra un segno evidente di debolezza e nello stesso tempo anche di sottovalutazione dei rilievi che la Commissione muove al nostro governo, tenendo conto che sono contenuti in un rapporto di ben quarantaquattro pagine. Il documento frutto del lavoro di più esperti solleva quattro questioni, in modo chiaro ed inequivocabile. Primo: la proposta di riforma per il Premierato, indebolisce il ruolo del Capo dello stato creando uno squilibrio fra poteri, rafforzando l’ esecutivo. Secondo: la riforma proposta sulla giustizia in merito alla separazione delle carriere pone dubbi sull’ indipendenza dei giudici. Terzo: i continui attacchi rivolti ai giornalisti rischiano di comprimere la libertà di stampa. Quarto: rischio per la TV di stato di garantire un’ informazione indipendente e pluralista. Difronte a questi interrogativi la nostra Presidente del Consiglio, anziché dare una risposta chiara e comprensibile agli italiani, preferisce attaccare i giornalisti, cosiddetti non allineati, dimenticando che l’ Italia è uno dei fondatori dell’ UE. Un approccio, sul piano politico e della comunicazione, tipico degli antieuropeisti e sovranisti, suoi alleati in Europa e in Italia con Salvini. Dobbiamo ritenere, a questo punto, che la Meloni ha scelto di avere una posizione conflittuale con Bruxelles, solo per perseguire interessi di leadership politica , che non sono per nulla quelli del nostro Paese. Questo atteggiamento non fa che acuire l’ isolamento dell’ Italia in Europa. Attaccare alcuni giornali, senza ribattere alle critiche mosse, e’ segno di nervosismo e debolezza politica, con il rischio concreto di sconfinare nella lotta politica. In più avvalora i rilievi mossi dalla Commissione Europea. Additare alcuni giornali come ostili alla sua politica senza replicare e spiegare che i dubbi sollevati vanno invece analizzati, equivale a comprimere la libertà di informazione . Mi auguro che la nostra Premier non voglia prendere ad esempio Orban che pensa e teorizza la democrazia illiberale che concentra il potere nelle mani dell’ esecutivo.

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