Oggi ombrelloni chiusi per due ore

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La cosa più grave per un politico è tradire le promesse fatte ed essere vittima della propria retorica. Giorgia Meloni durante la campagna elettorale per le europee prometteva ai gestori dei lidi balneari di farsi sentire a Bruxelles ed ottenere qualche ulteriore concessione. Promessa puntualmente disattesa e non poteva essere altrimenti, tant’è che due giorni fa dettava alle agenzie di stampa che” un riordino delle concessioni demaniali arriverà nelle prossime settimane” , comunicato laconico e pilatesco; nel frattempo, gli altri ministri si affrettavamo a spiegare che l’ Europa concederà poco o nulla, nei fatti smentendo la Presidente del Consiglio. Abbiamo la Premier che continua a fare promesse e i ministri che prendono le distanze cercando di scrollarsi di dosso ogni responsabilità al riguardo.Era prevedibile e scontato, del resto la direttiva Bolkestein ci ricorda che le spiagge sono di tutti noi e lo Stato non può venderle ai privati. In Italia le spiagge sono state date in concessione in cambio di canoni irrisori: un vero regalo. Ci sono famiglie di concessionari che si tramandano le spiagge da generazioni. Basta soltanto pensare che in totale lo stato ricava dai canoni solo 110 milioni di euro, a fronte di un fatturato che supera i dieci miliardi. Lo Stato ha l’ obbligo di preservare le spiagge per le generazioni future, non i privati. La narrazione del governo alquanto equivoca , intrisa di una retorica che ormai non convince più i cittadini, vorrebbe fare passare il messaggio che l’ Europa vorrebbe espropriare i concessionari di un loro diritto. Già parlare di esproprio, in questo caso è un errore , in quanto si confonde la concessione con il diritto di proprietà, ma e’ ridicolo che venga adoperato da politici che sono i rappresentanti del popolo, dei cittadini, dello Stato, quindi i veri proprietari. Antonio Capacchione, presidente del sindacato dei balneari ha dichiarato: ” Il governo ci ha preso in giro”. Molte categorie hanno votato l’ attuale maggioranza di governo e soprattutto FDI, partito di cui la Premier ne è la leader indiscussa, ma ora chiedono che le promesse fatte vengano mantenute. L’ inciampo sui balneari costerà caro al governo e alla premier, che è attesa da un autunno infuocato.

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