Colossale bugia di Tim Walz, candidato alla vicepresidenza degli Usa, che è stato sì, cittadino-soldato ma mai presente in zone di guerra

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Tanti nomi intorno a Kamala Harris, ma uno solo ha soddisfatto a sorpresa tutte le qualità richieste dalla candidata alla Casa Bianca come suo running mate, conquistata da Tim Walz che è stato ufficialmente presentato a Philadelphia dove ha ricevuto maree di applausi e grida di incitamento. “Gioioso” è l’aggettivo che ha fatto vincere il posto al governatore del Minnesota, ritenuto insuperabile per il buonumore che ispira: bravo nello sport, compagnone per le partite di caccia, sorridente durante una campagna abortista, amato dagli studenti quando insegnava al liceo e creava un ponte fra gays e straight. Efficace in politica per aver usati l’aggettivo più perforante con cui colpire Trump e Vance: “Weird”, ‘strano’, ‘strambo’, una parola che ti mette un brivido nella schiena.

Si è scoperto che durante i suoi discorsi Walz non  usa il gobbo,  lo schermo su cui scorre il testo che ogni oratore finge di improvvisare davanti alla telecamera, in inglese teleprompter.  Walz non ha timore di fronteggiare all’istante gli avversari. Kamala si è portata Tim in una clinica abortista per un discorso sulla libertà delle donne e quindi con tutto il popolo democratico alla grande festa nel centro di Philadelphia, la città in cui i ribelli sottoscrissero l’atto di indipendenza la sua maestà britannica. La Harris ha detto: “Tim è un uomo gioioso: ogni volta che lo sento, il sorriso mi affiora le labbra perché è un uomo positivo e in questo momento la positività e ciò di cui il popolo americano ha più bisogno”.

Waltz è sia un cacciatore di fagiani che un regolatore delle armi da fuoco, favorevole all’uso della marijuana e protettore di ogni nicchia di comportamento sessuali e per di più ex giocatore di football, coach vincente, professore di storia, deputato impeccabile, nonché marito e padre esemplare, non resta che aggiungere il titolo e l’uso frequente come capo d’abbigliamento della mimetica di “Veteran” della National Guard del Minnesota, che ha servito con l’umile grado di Commander Sargent.

Si può dire che  Kamala Harris ha trovato il compagno più adatto per l’elettorato bianco, mentre lei – forte del colorito brownish ereditato da madre indiana e padre giamaicano – copre da sola tutte le sfumature del black. Trump,  parla della più pericolosa coppia di pericolosi sinistresi sconsiderati, tanto incapaci quanto pericolosi, ma intanto i sondaggi  dicono che il favore per la Harris cresce sia pur di minuscole percentuali: l’ultima quella del sindacato alberghiero che ha respinto la seduttiva offerta di Trump di abolire la tassa sulle mance e vota democratico.

Ma, escono fuori le fandonie di Tim Walz, candidato alla vicepresidenza democratica in tandem con Kamala Harris, visto che la sua presunta carriera di reduce di guerra in Iraq e in Afghanistan è inventata, perché l’attuale governatore del Minnesota ha prestato servizio nella base Nato di Vicenza, dove l’unico rischio per i soldati Usa è quello di bere qualche spritz di troppo.

A smascherare il 60enne Walz, il suo candidato omologo nella corsa alla Casa Bianca, il senatore dell’Ohio J.D.Vance, candidato del Partito repubblicano alla carica di vice presidente degli Stati Uniti, che in Iraq c’è stato davvero, prestando servizio nel corpo dei marines. Vance sostiene che Walz non solo ha esagerato i suoi trascorsi nelle forze armate, ma anche di aver dismesso la divisa per evitare di essere inviato in Iraq. “Mi chiedo, Tim Walz, quando sei mai stato in guerra?”, ha detto Vance durante un comizio in Michigan. “Non ha trascorso un singolo giorno in una zona di guerra. Mi vergognerei se fossi al suo posto e avessi mentito in merito al mio servizio militare, come ha fatto lui”.

Il candidato repubblicano ha fatto riferimento a un video diffuso dalla campagna presidenziale di Harris e Waltz, dove quest’ultimo si esprime in favore della messa al bando delle armi semiautomatiche affermando: “Possiamo assicurarci che queste armi di guerra, armi che io stesso ho portato in guerra, vengano confinate alle guerre”.

“Le zone di guerra di Walz? La Norvegia e l’Italia”

Vance ha inoltre accusato Walz di aver “abbandonato la sua unita’ prima che fosse inviata in Iraq”: un’accusa, già rivolta a Walz da suoi ex commilitoni, che è stata respinta dal governatore democratico, secondo cui la sua decisione di lasciare le forze armate e intraprendere la carriera politica precedette di mesi la notifica dello schieramento della sua ex unita’ all’estero. Sia Vance che Walz hanno trascorsi nelle forze armate, che rappresentano sempre ragione di vanto per i candidati a cariche pubbliche negli Stati Uniti. Vance, in particolare, si arruolo’ nel Corpo dei Marines degli Stati Uniti dopo il diploma, e vi servi’ per alcuni anni, inclusi sei mesi in Iraq come corrispondente di guerra.

Walz, invece, ha servito per 24 anni nella Guardia nazionale, senza essere mai inviato in teatri di guerra, ma compiendo un paio di missioni all’estero: una in Norvegia, per esercitazioni Nato, e una in Italia e precisamente a Vicenza, dove restò per 7 mesi nell’agosto 2003 a sostegno dell’Operazione Enduring Freedom. La Guardia Nazionale del Minnesota ha detto a CBS News che il battaglione ha supportato missioni di sicurezza in varie località in Europa e Turchia. Walz era di stanza a Vicenza, in Italia, all’epoca ed è tornato in Minnesota nell’aprile 2004.

Joe Biden, da parte sua, torna a farsi sentire in tv, dopo la scelta di ritirarsi dalla corsa per la Casa Bianca, e lancia l’allarme di una nuova Capitol Hill nel caso in cui Kamala Harris dovesse vincere le elezioni. Donald Trump sconfitto alle elezioni del prossimo 5 novembre? Il passaggio di poteri potrebbe non essere pacifico. Parola del presidente  Biden, che spiega di “non essere affatto fiducioso” sull’ipotetico scenario post voto in caso di una disfatta per il tycoon. Questo il timore del dem nelle anticipazioni della sua prima intervista dall’annuncio del ritiro dalla corsa presidenziale.

L’attuale inquilino della White House ci va giù duro contro Donald Trump: “Quello che dice, quando parla di bagno di sangue, lo dice sul serio. Noi non lo prendiamo seriamente, ma lo pensa. Tutta quella roba su ‘Se perdiamo ci sarà un bagno di sangue, sarà stata un’elezione rubata’, la pensa”, ha continuato Biden parlando con Robert Costa, corrispondente della Cbs News. “Guardate cosa stanno cercando di fare ora nei distretti elettorali locali dove le persone contano i voti”, ha detto ancora il presidente, aggiungendo: “Non puoi amare il tuo Paese solo quando vinci”.

Il tycoon a marzo,  durante un comizio nell’Ohio, aveva effettivamente dichiarato che una sua sconfitta alle presidenziali avrebbe causato, “un bagno di sangue”, ma aveva poi specificato il senso di quelle parole, definendole una metafora del possibile crollo economico che avrebbe interessato gli Stati Uniti in caso di vittoria dei democratici.

In realtà l’unico vero bagno di sangue, per fortuna non letale, lo ha vissuto Trump, sfuggendo per miracolo alla morte durante l’attentato. Un attentato maturato anche per le negligenze dei servizi di sicurezza,  sotto l’egida di Joe Biden.

Trump? “E’ come una cacca di cane che ti si attacca alla scarpa”, lessico di Nancy Pelosi, ex speaker della Camera e tuttora deputata di San Francisco, che ha parlato con un piccolo gruppo di media americani tra cui Washington Post e New Yorker.

Mesi prima aveva consigliato  a Biden di evitare il dibattito perché riteneva degradante che Biden stesse sul palco con Trump («È come una cacca di cane, che ti si attacca alla scarpa»). Odio e volgarità allo stato puro.

La Pelosi sostiene di non avere fatto pressioni su Biden e di non avere influenzato il suo fine corsa a favore della Harris, ma solo di aver ricevuto «centinaia» di telefonate di preoccupazione dopo il disastroso dibattito di Biden contro Trump il 27 giugno.

Dopo aver dato l’endorsement a Kamala Harris, Pelosi ha anche  influito sulla scelta di Tim Walz come vice. In un’intervista a ottobre con il Corriere, le chiesero perché sia rimasta deputata e si sia ricandidata alla sua età. Rispose così: «Me ne sarei andata se Hillary Clinton avesse vinto nel 2016 e l’Affordable Care Act (la riforma della sanità ndr ) fosse stata al sicuro. Ma c’è stato un attacco alla democrazia americana e ai nostri valori. Un’orrenda creatura si è insinuata alla Casa Bianca. Dovevo restare e vincere le elezioni del 2018 al Congresso per vincolarlo alle sue responsabilità. Ora sarò rozza: sono in grado di raccogliere tantissimi soldi,  un’enorme quantità di denaro per altre campagne elettorali». Il titolo del nuovo libro di Pelosi, The Art of Power (L’arte del potere), ricorda The Art of the Deal di Trump (L’arte di fare affari). Lei dice: «Nulla di ciò che faccio ha a che fare con lui, tranne la sua caduta». Una reale ossessione.  

Joe Biden torna a farsi sentire in tv, dopo la scelta di ritirarsi dalla corsa per la Casa Bianca, e lancia l’allarme di una nuova Capitol Hill nel caso in cui Kamala Harris dovesse vincere le elezioni. La Cbs News ha reso le anticipazioni dell’intervista al presidente che andrà in onda domenica 11 agosto.

Archiviato in fretta il momento di unità nazionale dopo l’attentato al candidato repubblicano, l’attuale inquilino della White House ci va giù duro contro Donald Trump: “Quello che dice, quando parla di bagno di sangue, lo dice sul serio. Noi non lo prendiamo seriamente, ma lo pensa. Tutta quella roba su ‘Se perdiamo ci sarà un bagno di sangue, sarà stata un’elezione rubata’, la pensa”, ha continuato Biden parlando con Robert Costa, corrispondente della Cbs News. “Guardate cosa stanno cercando di fare ora nei distretti elettorali locali dove le persone contano i voti”, ha detto ancora il presidente, aggiungendo: “Non puoi amare il tuo Paese solo quando vinci”.

A Philadelphia il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump incontrò un gruppo di italo-americani guidato da Carmine Berardi, figlio dell’ex deputato Amato e ha elogiato il premier italiano Giorgia Meloni. Davanti alla platea l’ex presidente Usa si è complimentato per i successi elettorali ottenuti dalla Meloni alle elezioni europee e per come ha gestito il G7, oltre a sferrare una battuta velenosa su Biden.

In questo contesto, ha infatti fatto una chiara allusione sull’attuale presidente degli Stati Uniti: “La Meloni è riuscita persino a far orientare Biden…”. Trump, nel corso dell’intervento dove ha elogiato Meloni, ha inoltre sottolineato i significativi contributi degli italo-americani agli Stati Uniti ed espresso la sua profonda gratitudine alla comunità tricolore.

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