La controffensiva ucraina rafforza Zelensky

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La recente offensiva ucraina nella zona di Kursk ha portato tensione al Cremlino e ha permesso a Kiev di riposizionarsi tatticamente. E’ chiaro che russi e ucraini sanno bene che qualunque accordo sarà, inevitabilmente, condizionato dalla spartizione territoriale e con quest’ offensiva, Zelensky si presenta in modo più strutturato. Due anni e mezzo di guerra , un paese, l’Ucraina quasi del tutto distrutto, una popolazione dimezzata, centinaia di migliaia di morti e feriti dall’ una e dall’ altra parte. L’ Occidente con in testa gli Stati Uniti, hanno fornito armi per miliardi di dollari a Zelensky. Arrivare ad un negoziato, purtroppo non e’ semplice, perche al di là del conflitto, ci sono alla base ragioni geopolitiche e strategiche: i rapporti tra Europa e Russia , con una serie di interscambi economici e finanziari per decine di miliardi di euro e poi con la Nato che dopo la Finlandia intenderebbe favorire l’ ingresso dell’ Ucraina con grande disappunto del Cremlino che in questa mossa vede una minaccia ai suoi confini. La risposta di Putin è stata quella di spostare l’ asse dei suoi interessi strategici verso l’Oriente ed ecco che anche la Cina assume un ruolo strategico in vista di un eventuale negoziato. Quindi una Russia sempre più spinta verso Paesi orientali e verso governi autocratici che cercano di minare le democrazie occidentali. Quindi un Oriente sempre più potente ed insidioso. Questo conflitto russo – ucraino ha messo a nudo la precarietà del dibattito tra i Paesi occidentali, la mancanza di una strategia comune circa i rapporti futuri tra Europa e Russia e quelli con gli Usa, una volta raggiunta la pace. Siamo , ormai a poco meno di tre mesi dalle elezioni in America e con la futura amministrazione americana l’ Europa, quella uscita dalle recenti elezioni di giugno, dovrà fare sentire la sua voce, facendo rimarcare il suo ruolo di primo attore rispetto al conflitto russo- ucraino, perché si svolge sul proprio territorio, non può continuare a fare il convitato di pietra e svolgere un ruolo passivo, in attesa che gli altri decidano . La crisi è sistemica ma la dinamica è tutta europea. Alla base di tutto, però occorre un accordo tra tutti i paesi europei che rispetto al conflitto hanno visioni diverse: c’è chi scommette su una sconfitta strategica della Russia e chi invece spera in un contenimento dell’ invasione, per giungere ad un tavolo negoziale. Sta quindi alla dirigenza europea risolvere questo problema e l’ Italia dovrebbe assumere il ruolo che le compete, quello della mediazione.

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