Imperativo per la sinistra è bloccare le riforme governative

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Prioritario nelle strategie del cosiddetto campo largo, bloccare le riforme governative. Una peggio dell’ altra e frutto di un insano scambio politico tra Lega, FDI e Forza Italia. La peggiore è l’ Autonomia differenziata, detta anche legge Calderoli, nr86/2024, che separa il Nord dal Sud e divide l’ Italia che già, così, divisa in venti regioni, conta poco più che niente nel mondo globale. Le regioni avrebbero competenze ancora più esclusive che finirebbero per minare , ancora di più , l’ unità del Paese, in un particolare momento storico che stiamo vivendo , che a prescindere dalle ideologie necessita oggi più che mai di una riorganizzazione unitaria ed economica della nazione. Non si và alla ricerca del consenso producendo danni al proprio paese. E la Lega , si sa , ha ben poco da dire all’ Italia e si arrampica sugli specchi, cavalcando una riforma antistorica e superata dagli eventi e avvenimenti che si sono susseguiti negli ultimi due decenni. Partendo dall’ assunto che la riforma del titolo v , portata avanti dalla sinistra fu azzardata, oggi non ha senso richiamarla . Dalla sua entrata in vigore si sono succeduti eventi che ne hanno messo in evidenza la sua avventatezza. Prima la crisi economica del 2008, lo spread del 2011, che generò il governo Monti che fece macelleria sociale, poi il.sovranismo grillino, infine il COVID, che ha messo a nudo tutte le fragilità delle nostre regioni nel settore sanitario, infine oggi il conflitto russo- ucraino e quello mediorientale, la globalizzazione che sta cambiando volto, il fenomeno migratorio, l’ evoluzione tecnologica, la transizione green, la lotta alla povertà e alla disoccupazione, tutte sfide che vanno affrontate avendo un Paese unito e non diviso, all’ interno di una sovrastruttura sovranazionale che è l’ Unione Europea che proprio alle elezioni dello scorso giugno ha respinto l’assalto delle destre sovraniste. E la straordinaria raccolta di firme per contrastare il referendum da Nord a Sud fa capire che gli italiani sono pronti a contrastare il regionalismo differenziato. Ma Calderoli e la Lega , sempre per ragioni elettorali e soprattutto per non sparire come forza politica, fanno finta di non capire. Passando poi alla riforma del premierato, tanto cara alla nostra Premier, che non poteva sfigurare nei confronti della Lega, è un mostro giuridico – costituzionale che nella mente di chi l’ ha partorita e di chi politicamente se ne fa un vanto, dovrebbe assicurare stabilità ai governi e al Paese. Una riforma che vuole trasformare la nostra democrazia parlamentare , basata sul pluralismo, partecipazione civica, in una dittatura camuffata da democrazia, in cui si vota ogni cinque anni, un capo, eletto dal popolo, con un Parlamento asservito, diventerebbe l’ unico interprete dell’ interesse nazionale, l’ unico legislatore, con il potere di esautorare anche l’autonomia regionale differenziata tanto cara a Calderoli. Ma lui non lo capisce. Infine la riforma della giustizia, da tutti ritenuta necessaria, anche dalla magistratura, anche se con forti distinguo, voluta fortemente da Forza Italia e da Nordio , è una riforma molto delicata e complessa che va affrontata in contraddittorio con la magistratura e la classe forense. Certamente non va gestita come la riforma delle carceri , che fino ad oggi è stato un disastro. Addirittura gli avvocati hanno dichiarato che è carcere- centrica . Certamente la maggioranza di governo naviga in acque agitate: sia per queste riforme che per tanti altri problemi che si troverà ad affrontare. Ma la sinistra non ha miglior sorte, con l’ aggravante di essere divisa e lontana dal realizzare il tanto decantato campo largo. Tanta ambiguità, tanti veti incrociati tra pseudo leader impreparati che non hanno capacità di guardare a lungo, oltre poi la mancanza di veri partiti.

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