Autonomia, questione meridionale e la mobilitazione dei vescovi

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La massiccia partecipazione democratica per la raccolta firme del referendum per abrogare la legge sull’ autonomia differenziata, legge Calderoli, ha fatto di nuovo riaccendere il dibattito sulla tanto discussa, per decenni, ‘ Questione meridionale’ , che sembrava ormai posta nel dimenticatoio delle forze politiche italiane. C’è un unico comune denominatore che funge da collante a questa straordinaria partecipazione di un popolo, soprattutto al sud, che tenta di fare passare un messaggio chiaro ed inequivocabile indirizzato alle forze di governo, che il rilancio del Mezzogiorno ha bisogno di meno promesse fatte, meno proclami inutili e propagandistici, ma maggiore consapevolezza politica, che non può prescindere dal cittadino meridionale. A proposito di questione meridionale va sottolineato l’ impegno dei vescovi meridionali che tornano promotori, attraverso le diocesi del Sud, di una nuova stagione di solidarietà sociale. Già nel secondo dopo guerra impegnavano i preti a organizzare la coscienza civile e facevano rilevare che la questione meridionale incideva in modo drammatico sull’ intera nazione. Una vera e propria denuncia, un grido di dolore lanciato in particolar modo da una terra martoriata dalla povertà e disoccupazione, che era la Calabria del secondo dopo guerra. Il presule era mons. Lanza che scrisse una ‘ Lettera’ che fu presa ad esempio da tutta la comunità dei vescovi, soprattutto meridionali. E ancora oggi si sono uniti al popolo dimenticato in ossequio ad una ritrovata coscienza collettiva, dove il problema del Mezzogiorno si configura come’ questione morale’ in riferimento alla diseguaglianza nello sviluppo tra nord e sud del Paese e alle implicazioni di uno sviluppo incompiuto , distorto e frammentato. Questo regionalismo confuso ha prodotto un risultato: il riaccendersi di una nuova fiammella che vede protagonisti i vescovi e la politica della responsabilità. A questa fiammella vanno aggiunti: formazione e educazione per riorganizzare la politica della solidarietà che riduce le distanze e unisce il Paese. Una nuova politica educata ed indirizzata alla realizzazione di un nuovo progetto per il meridione.

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