Le sfide che attendono l’Italia, ma prima bisogna recuperare credibilità in Europa

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Le nuove sfide, a cominciare dalla transizione ecologica richiedono molte risorse, lo ha ricordato il.governatore di Bankitalia, Panetta al meeting di Rimini. Intanto servono fondi comuni, perché si tratta di beni pubblici europei che creano vantaggi per tutti gli stati. Finanziamenti nazionali non avrebbero senso e non basterebbero, soprattutto perché ci sono stati con scarsa capacità di spesa per il forte debito interno e l’ Italia è il paese più indebitato. Tuttavia non avrebbe senso un ‘ Unione in cui solo in pochi hanno risorse per finanziare il futuro. Se si vuole un’ Europa forte , occorre che tutti gli stati avanzino con passo uguale. Quindi occorrono risorse comuni. Emissione di un debito europeo. Il debito europeo utilizzato fino ad oggi, il cosiddetto Piano di ripresa e resilienza, ( PNRR) è garantito dagli stati dell’ Unione, il cui scopo è quello di velocizzare il processo di convergenza, verso un obiettivo comune a tutti. Contrariamente il coesistere di economie forti e deboli , è fattore di instabilità. L’ utilizzo di queste risorse viene deciso dai singoli stati nazionali, ma alla fine l’ Europa esercita un controllo sulla regolarità degli impieghi. L’ Italia dopo il COVID e’ il Paese che ha ottenuto più fondi. Molti hanno gridato ad un successo. Ma di cosa? Solo la certificazione di un Paese con grossi deficit strutturali. Così Draghi prima e Meloni a seguire si sono ritrovati con oltre 200 miliardi di finanziamento, di cui 121 a prestito, il resto a fondo perduto. La prima parte da spendere entro il.2026, un tempo limitato, tenuta presente la nostra cronica incapacità di spesa. L’ Italia ha deciso di spendere tutto e subito, ma ha finanziato una miriade di mini progetti di valore inferiore ad un milione. In più si sono impiegati circa 14 miliardi sul bonus 110, una decisione sciagurata, che pagheranno a caro prezzo i nostri figli. Ma il debito di cui ha parlato il governatore Panetta, invece è il debito europeo, destinato a finanziare i beni pubblici europei. Si finanzieranno progetti che creano valore e vantaggi per tutti, a partire dalla difesa e dal welfare. E’ importante capire la differenza tra questi due strumenti altrimenti si finisce per identificarlo con il debito buono che piace solo all’ Italia e non certo ai nostri partner europei. Molti stati vedono male i fondi concessi al nostro Paese per il cattivo impiego che se ne fa e anche perché , molti di questi stati hanno dato più di quanto hanno ricevuto dal PNRR. Il nostro Paese deve recuperare credibilità in Europa, l’ unica ricetta seria da seguire.

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