Doping. Sinner licenzia fisioterapista e preparatore atletico

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Jannik Sinner ha esautorato Giacomo Naldi e Umberto Ferrara. Il fisioterapista ed il preparatore atletico non faranno più parte dello staff del numero 1 al mondo del tennis. E’ questa la prima decisione del tennista italiano dopo essere risultato positivo ad una quantità piccolissima di Clostebol durante lo scorso torneo di Indian Wells. Sinner era stato scagionato dall’Itia (International Tennis Integrity Agency) per assenza di dolo perché la contaminazione era avvenuta durante un massaggio operato su Sinner da Naldi, che aveva una ferita a un dito e che aveva curato con una pomata acquistata da Ferrara. “Non è certo la vigilia ideale per uno Slam, ma so che non ho fatto niente di male. Ho già giocato con questo nella testa e non è andata male. È un sollievo essere stato assolto, cercherò di fare il meglio in questo torneo”, ha detto l’azzurro alla vigilia dello Us Open. “È stato un processo lungo, ho dovuto farci i conti per mesi. Ho dovuto prendere decisioni difficili in base all’esito. Ci sono date che devi rispettare durante il procedimento, non puoi decidere quando la notizia viene fuori e quando no. Felice che sia finita, è un sollievo per me per il mio team”. E poi il ricordo dei due suoi ormai ex collaboratori, Ferrara e Naldi. “Per prima cosa voglio dire che hanno avuto un ruolo notevole nella mia carriera. Abbiamo lavorato insieme due anni, abbiamo fatto un lavoro incredibile insieme, con grandi successi. Ora per via di questi errori non sento più la fiducia per continuare con loro”. E sul processo, dice. “Quando siamo stati informati della positività, la prima cosa che abbiamo fatto è stata provare a capire quale fosse la sostanza. Abbiamo chiesto a Umberto, perché è quello che conosce bene queste cose. Ha capito subito che si trattava del suo spray, e come era finito nel mio organismo. Ha spiegato tutto subito ai giudici, per questo ho potuto continuare a giocare. Naturalmente dietro le quinte dovevamo anche cercare di capire cosa sarebbe potuto succedere in futuro ma se ho potuto giocare è stato perché hanno creduto in me, in noi”. Certo, ha aggiunto, “ero preoccupato perché era la prima volta che mi succedeva, e spero che sia l’ultima. C’è anche da considerare la concentrazione, 0.000000001, ci sono tanti zeri prima di arrivare all’uno. Ma ero preoccupato perché metto sempre molta attenzione a queste cose, sono attento, corretto in campo”. Sinner ha parlato anche delle possibili conseguenze dal punto di vista della reputazione e dell’immagine che possono derivare da questa vicenda. “Ho continuato a giocare perché so di non aver fatto niente di male, di essere sempre stato un giocatore pulito. Chiaramente questa notizia può cambiare qualcosa ma chiunque mi conosca bene sa che non farei mai qualcosa contro le regole. Rimane un momento molto duro per me e per il mio team. Qui capisco anche chi sono i miei amici e chi no. Per la reputazione vedremo, non è una cosa che posso controllare”.

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