Conte populista e manovriero si muove sul filo del rasoio

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Quest’estate rovente ci insegna che a sinistra il campo largo non esiste. La diatriba/scontro di Giuseppe Conte con l’ ormai ex padrone dei 5 Stelle, Beppe Grillo, si risolverà con la vittoria dell’ ex Presidente del Consiglio, che regolerà anche la finanza del movimento, in altri termini metterà mano alla cassa, per troppo tempo gestita da Grillo. Ad oggi, nessuno ha ancora capito quale sia la materia del contendere, tranne la disputa sul simbolo e il nodo del doppio mandato. I tempi cambiano e con essi le stagioni politiche che modificano gli obiettivi dei partiti; gli uomini di Conte , un tempo popolo anti-sistema e del vaffa, oggi sono populisti pronti a partecipare a qualsiasi manovra di palazzo. E per questo ancora più pericolosi. Tornando al Prof Conte, dobbiamo riconoscergli l’ abilità a sapersi muovere nei corridoi del potere romano. Quindi i 5 Stelle a trazione Conte, si muovono bene tra i meandri della capitale. Non si sentono, a loro dire, né di destra, né di sinistra, ma liberi di fare accordi con tutti, anche con Fratelli d’ Italia se occorresse su alcuni temi, aggiungiamo invece noi, per qualche nomina in en ti di Stato. ( Vedi Rai). Se diamo uno sguardo alla politica estera , Conte non nasconde le sue simpatia per Donald Trump, mente sull’ Ucraina rimane fortemente critico sull’ invio delle armi, con toni che fanno gongolare Putin e in questo supportato dal portavoce di partito, al secolo, Marco Travaglio. Sullo ius scholae, sembra favorevole, ma pur di distinguersi dal PD, avanza qualche riserva. In quanto poi alla riforma della giustizia e ai rapporti con la magistratura, è il più intransigente di tutti. In realtà l’ ex Premier, è un populista manovriero che si muove sul filo del rasoio. Il suo messaggio all’ elettorato, nonostante il suo attivismo, resta nebuloso. Non è ancora riuscito a smettere le vesti dell’ uomo della pandemia e del reddito di cittadinanza. Senza cambiare programma, gli sarà difficile mettere il bastone tra i piedi al PD e cullare il sogno di rientrare a Palazzo Chigi. Molto tatticismo, ma poco contenuto, o quasi niente. A lungo , potrebbe innervosire e indispettire i suoi elettori che credono, contrariamente a quanto pensa Conte, alla creazione del campo largo, come l’ obiettivo più concreto da perseguire, per battere la destra. Possiamo concludere dicendo che le ambizioni di Giuseppe Conte sono alimentate dall’ incapacità, ad oggi, del PD di elaborare un piano politico alternativo.

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