Guido Crosetto al Globsec Prague Forum 2024: ‘Penso che la scelta Von der Leyen, sulla nomina di un commissario europeo della Difesa, sia giustissima’

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Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo al Globsec Forum di Praga, ha sottolineato l’importanza della nomina di un commissario europeo per la Difesa, definendola “giustissima”, poiché l’Europa non si è mai occupata adeguatamente di questa materia “ed ora dobbiamo recuperare il tempo perso”. Crosetto ha annunciato che, sotto la Presidenza italiana, si terrà per la prima volta un G7 dedicato alla difesa, evidenziando come la guerra in Ucraina abbia risvegliato la consapevolezza che la difesa richiede investimenti e scelte rapide e soprattutto un’Europa che sia unita anche in questo campo.

Secondo il Ministro, “l’Europa ha capito troppo tardi di dover contare sulle proprie Forze Armate per garantire libertà e democrazia, e ora deve accelerare nella costruzione del pilastro europeo della Nato”. Crosetto ha inoltre sottolineato,” la necessità di agire rapidamente di fronte alla sfida pressante delle autocrazie e della guerra ibrida portata avanti da alcune nazioni”.

Durante il Globsec, Crosetto ha avuto incontri proficui con il vice Primo Ministro croato Ivan Anuic e con la Ministra della Difesa ceca Jana Cernochová, discutendo della situazione nei Balcani, del sostegno all’Ucraina e della sicurezza del Fianco Sud dell’alleanza atlantica.

Da ricordare la lettera di Crosetto scritta al Corriere sull’Ucraina: «Caro direttore affidabili, seri e saldi nell’azione a loro sostegno. Così ci giudicano gli ucraini, a partire dal loro presidente Zelensky». Con queste righe inizia la replica del ministro della Difesa Guido Crosetto al quotidiano di via Soferino.  “Allo stesso modo ci giudicano i nostri alleati della Ue e della Nato. In primis gli americani. Esattamente il contrario dell’immagine che del governo italiano scaturisce l’editoriale  di Paolo Mieli».

L’editorialista e storico nel suo articolo di fondo aveva scritto: “Vatti a fidare dell’Italia come alleato. A fronte dello sconfinamento ucraino in territorio russo, l’Europa con una dichiarazione ufficiale ha sentenziato: «L’Ucraina ha diritto ad attaccare il nemico ovunque lo ritenga necessario». Gli Stati Uniti, tramite il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha detto più o meno la stessa cosa: «Spetta all’Ucraina decidere in merito a questa offensiva». Pur se poi l’ha esortata a non spingersi troppo «oltre il confine». L’Italia se n’è apertamente dissociata». A suffragio della sua tesi Mieli riportava le parole del ministro della Difesa. «Che ha ribadito che mai arma italiana avrebbe sparato un sol colpo al di là del confine che divide l’Ucraina dal Paese invasore. E fin qui niente di nuovo- aggiungeva-  restiamo nel tradizionale ipocrita distinguo tra uso «difensivo» e uso «offensivo» delle armi fornite alla resistenza ucraina”.

La replica di Crosetto fu secca: si tratta di “un giudizio  «poco ponderato», «strumentale». «Mi rivolgo ai lettori del Corriere, più che allo stesso Mieli, che non si occupa di guerra in Ucraina con la costanza e con la conoscenza, con le quali me ne occupo io. È certamente più facile discutere di questa grave questione senza conoscere tecnicamente la materia, ciò che accade ogni giorno, gli avvenimenti sul campo, le tattiche, le difficoltà, e l’evoluzione continua di un conflitto oramai endemico, diffuso e complesso», spiega il ministro. ”Se si vuole davvero del bene a questa nazione, su queste materie non si dovrebbe giudicare con un occhio di parte, o con il gusto della polemica per la polemica”.

“Dispiace, continua Crosetto, che ”Mieli non abbia avuto modo di informarsi meglio sulle mie reali parole. Avrebbe scoperto che io ho spiegato, subito, di fronte a chi parlava di aggressione, che l’attacco ucraino non è un’invasione ma una tattica difensiva: un modo per allentare la tensione in Ucraina, costringere i russi a spostare i propri uomini in Russia; che si pone l’obiettivo di ottenere un maggiore equilibrio sul campo; di trovarsi più forti davanti a un futuro, auspicabile, tavolo di pace. Non è difficile comprendere le motivazioni che hanno spinto all’attacco in quella zona o quale sia il potenziale obiettivo della manovra. Come ho già avuto modo di dire (bastava cercarlo su Google) è stata una mossa razionale, con una logica sia di tecnica militare che di politica militare’’. Dura replica al “Corriere”: “Noi veri amici degli ucraini. Mieli non ha approfondito le mie parole”

‘Penso che la scelta Von der Leyen, sulla nomina di un commissario europeo della Difesa, sia giustissima. Dobbiamo costruire il pilastro europeo della Nato perché non esiste per noi occidentali una Difesa al di fuori della Nato, la quale ha una capacità di deterrenza che solo lei può darci’, così Guido Crosetto al Globsec Prague Forum 2024.

Per dirla con Di Pietro: ‘Fosse che fosse che Crosetto pensa a questo ruolo? A pensar male di solito ci azzecco…’.

Il ministro della Difesa lamenta il ritardo di Italia ed Europa per cui la Nato è indispensabile: “Abbiamo partecipato alle missioni di pace, ma nessuno ha mai pensato negli ultimi quarant’anni di dover costruire delle forze armate che dovessero combattere. E magari combattere per difendere la libertà e la democrazia. Abbiamo scoperto, siamo in ritardo, e dobbiamo correre per costruire il pilastro europeo della Nato. Perché non esiste politica di difesa e di deterrenza per noi occidentali al di fuori della Nato, perché l’Europa forse può costruire delle forze armate efficienti nei prossimi dieci anni, quindici anni, può costruire un’industria efficiente perché adesso non lo è, perché adesso non è in grado di produrre, ma non può costruire la capacità di deterrenza che solo la Nato può darci”. 

La guerra in Ucraina può aspettare, almeno per quanto riguarda le forniture italiane. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, leggermente seccato, al Globsec Prague Forum 2024 ha raccontato che Kiev aspetta i nostri sistemi di difesa Samp T, ma sono tutti in ferie.

“Sto litigando con le aziende italiane perché devo consegnare un sistema Samp T di difesa all’Ucraina e l’azienda italiana che deve sistemarlo ad agosto era chiusa per ferie, sabato e domenica non lavora e di sera non lavora. Le aziende russe, cinesi e iraniane lavorano sette giorni alla settimana, 365 giorni l’anno e 24 ore al giorno. Sto esagerando ma noi ci contrapponiamo con questi sistemi”.

La critica del ministro: “Putin decide che il giorno dopo una fabbrica di auto il giorno dopo fa armi. Noi non riusciamo a cambiarne neanche una che fa armi facendola produrre in modo più veloce. Dobbiamo cambiare, l’Europa deve prenderne atto, i ministri ne hanno preso atto e mi auguro che lo faremo nella maniera più veloce possibile perché la cosa che ci manca di più è il tempo”.

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