Il fervore pro Kiev del governo Meloni si è affievolito

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L’ Ucraina serviva a Giorgia Meloni, nel 2022 da poco nominata Premier, per accreditarsi presso Washington e superare tutte le diffidenze americane verso la sua persona, quale leader di un partito di estrema destra , lontano dai valori fondativi della comunità occidentale. Oggi che l’ obiettivo, almeno apparentemente, sembra raggiunto e con il Presidente Biden che a due mesi dall’ elezione si è ritirato, il futuro e’ incerto e una vittoria di Trump con la sua politica protezionista e isolazionista è plausibile. Il fervore del governo italiano pro Kiev si è affievolito e sono subito saltate fuori le pulsioni filo Putin, mascherate da falso pacifismo e dal tentativo maldestro di compiacere la predicazione del Papa. Ma questo cambiamento di orientamento non riguarda solo il governo, ma l’ intero schieramento delle forze politiche. Il filo conduttore che mette d’accordo tutti è : ” Noi non siamo in guerra con la Russia”. Quindi aiuto militare si, purché le armi fornite non vengano usate per colpire il territorio russo. E proprio nel giorno della vittoria delle destre filo naziste in Germania, nel Land della Sassonia e Turingia, l’ Italia si colloca in quella sorta di club di Paesi che si collocano ai margini dell’ Europa in quanto non condividono la politica verso l’ Ucraina. Siamo in compagnia di Ungheria e Slovacchia. In Italia Salvini e Conte, ex alleati di governo, il primo a destra e l’ altro a sinistra, anche se in modo diverso, sono sostenitori della politica di Putin in Europa orientale. Entrambi giocano con la politica estera, cercando così, di condizionare i rispettivi alleati; entrambi ipotizzano un allentamento dei rapporti con gli Usa in termini di maggior autonomia. La breve stagione in cui l’ Italia parlava di fedeltà atlantica in modo incondizionato e solidarietà ad un’ Ucraina invasa e violentata dalle forze russe, sembra tramontata. Possiamo dire che alla fine si è trovato un tema su cui destra e sinistra convergono : negare all’ Ucraina il diritto di colpire il territorio russo per proteggersi dai bombardamenti che provengono dalle basi di Putin oltre confine. Anche l’ Unione europea e la Nato accettano ormai tale possibilità, una volta che la guerra è entrata in una fase decisiva .

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