Il ministro Bernini e le lauree sospette

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La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha depositato esposti in procura contro undici università sospettate di pratiche illecite. Le indagini riguardano principalmente atenei privati e telematici, accusati di rilasciare lauree e titoli accademici senza adeguate autorizzazioni o di farlo in tempi record dietro pagamento di somme considerevoli.

Come riporta Repubblica, l’indagine avviata dal Ministero ha messo sotto la lente di ingrandimento undici atenei, molti dei quali operano in modalità telematica. Questi istituti sono accusati di rilasciare lauree e certificazioni senza rispettare i requisiti previsti dalla legge. Alcuni di essi sarebbero iscritti all’anagrafe delle università, ma non avrebbero l’accreditamento necessario. Altri, invece, avrebbero modificato la loro ragione sociale nel corso del tempo.

Parliamo di vendita di certificazioni linguistiche e di specializzazioni a cifre elevate, senza necessità di esame o tirocinio, percorsi formativi accelerati che non rispettano le ore minime legali. Tra gli atenei sotto accusa ci sono istituti con sede al centro-nord, come quella degli studi UnideMontaigne di Milano e l’Università popolare Scienze della nutrizione di Firenze, e al sud, tra cui l’ateneo popolare degli studi sociali e del turismo di Napoli e la Harris University di Palermo.

La ministra Bernini ha confermato gli esposti alle procure durante una cerimonia al Maxxi di Roma: “Noi non abbiamo un potere di inchiesta, ma abbiamo un obbligo di controllo e di segnalazione”, ha commentato Bernini. «Abbiamo fatto esposti alla Procura della Repubblica per tutti quegli atenei di cui noi non riconoscevamo l’autenticità. Noi dobbiamo accreditare e riconoscere. Dove non ci sono accreditamenti e riconoscimenti c’è il rischio che studenti e famiglie vengano truffati. A fronte di questo rischio facciamo esposti per garantire il diritto allo studio correttamente erogato dalle università vere”.

Bernini ha anche evidenziato la difficoltà delle università tradizionali, schiacciate dal problema degli affitti elevati e dalla carenza di finanziamenti, rispetto alla crescente diffusione delle università telematiche, che negli ultimi dieci anni hanno visto un aumento del +410% degli iscritti. Tuttavia, la crescita numerica non garantisce sempre qualità e rigore accademico.

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