Italia – Organizzare il tavolo dei grandi della terra è una vera e propria sfiga

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Il G7 in Italia, all’Italia, come la storia insegna, non porta sicuramente bene a nessuno. Trent’anni fa, mentre si svolgeva a Napoli, l’allora premier e presidente dell’assise mondiale dei grandi della terra, veniva raggiunto da un avviso di garanzia. Non andò meglio, per il Paese, qualche anno dopo, nel 2001, quando in occasione del G8 di Genova alcuni movimenti no-global e associazioni pacifiste diedero vita al loro dissenso con manifestazioni e gravi tumulti di piazza che sfociarono in scontri tra manifestanti, fra i quali si erano infiltrati provocatori (black bloc) e forze dell’ordine. In quella occasione, durante uno di quegli scontri, un carabiniere, nel tentativo di difendersi, uccise un giovane manifestante. In seguito a tali episodi la polizia di stato irruppe in una scuola che ospitava perlopiù attivisti, giornalisti e studenti inermi, i quali subirono un pestaggio nella notte e furono oggetto di altre violenze nella caserma dove vennero portati. Nei sei anni successivi, lo Stato italiano ricevette diverse condanne civilistiche per gli abusi commessi dalle forze dell’ordine. Nei confronti di funzionari pubblici furono, inoltre, avviati procedimenti penali per gli stessi reati contestati. Altri procedimenti furono aperti contro manifestanti per gli incidenti avvenuti durante le manifestazioni. Allora, forse, il conto più salato lo pagò Francesco Gratteri, il capo del Servizio centrale operativo, che si giocò la corsa, verso la quale era lanciato, a capo della polizia. Passano gli anni ma la “iattura” non cambia per il “Bel Paese”. Infatti, già dalla vigilia del G7 2024 iniziano una serie di grane per il governo italiano che espone il Paese a tutta una serie di figuracce. Iniziando da ministri che usano a loro piacimento le infrastrutture di collegamento per raggiungere località dove sono stati invitati a presenziare a manifestazioni, a qualche avviso di garanzia inviato a rappresentanti governativi. Nell’ambito del contesto internazionale sono tanti i protagonisti che perdono le elezioni, che lasciano il posto, che abbandonano le proprie aspirazioni. Ma in casa nostra divampano le polemiche per scandali o pseudo tali che travolgono anche un ministro, “colpevole”(almeno fino ad ora) di aver, con molta leggerezza intrattenuto una relazione sentimentale con una persona con la quale ha partecipato a pubblici appuntamenti istituzionali e alla quale avrebbe consentito l’accesso nelle stanze del potere fino a pensare di affidarle un incarico pubblico istituzionale. Ma il Paese si merita tutto questo. Un Paese, il nostro, attanagliato da mille problemi in un contesto internazionale, certamente non facile dove conflitti e discutibili scelte sembrano cedere il passo a quello che si potrebbe definire “il gossip del pelo”, con tanto di lacrime, scuse, pezze giustificative fronde opposte che anziché discutere e affrontare i problemi del Paese si arrovellano nel cercare di emergere sugli scudi della polemica. Ma è giusto tutto ciò? Resta, solo, l’amara considerazione pirandelliana de “la patente” che convinse anche i giudici sull’esistenza della “iattura”. Sarà così anche per i giorni nostri, soprattutto per quanto attiene i possibili risvolti giudiziari?

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