Storie d’amore in politica? Deprecabili, ma chi se ne frega, se non a chi non ha altri argomenti importanti da affrontare!

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La storia della politica è piena di fatti e situazioni che, in diversi periodi della storia dell’umanità e in diverse zone del mondo, sono nate proliferate consentendo alle storie d’amore di far svolgere, in taluni casi, un ruolo al o alla partner. Non fu così per il Duce, che non dette spazi di responsabilità politica pubblica alla sua amante Clara Petacci. Stessa sorte capitò, oltreoceano, alla bella attrice Marilyn Monroe che fu amante del presidente John Fitzgerald Kennedy e che ebbe, anche una frequentazione, anche con il fratello Robert. Dal canto suo l’inquilino della Casa Bianca intrattenne un’altra relazione parallela, per un anno e mezzo, con Mimì Alford, la 19enne stagista, presso l’ufficio stampa presidenziale. Rimanendo sempre nel Paese a stelle e strisce, non sfuggirà la storia Clinton-Lewinsky, noto come sexgate che fu uno scandalo politico-sessuale che coinvolse il presidente degli Stati Uniti d’America, Bill Clinton, durante il suo secondo mandato, nel 1998, quando Clinton fu infatti protagonista di un tradimento extraconiugale con Monica Lewinsky, una stagista venticinquenne della Casa Bianca. Tornando ai fati di casa nostra, nessuno, giustamente, gridò allo scandalo quando Il segretario nazionale del PCI, Palmiro Togliatti, nel 1946, iniziò parallelamente una relazione sentimentale con Nilde Iotti che insieme alla moglie del leader comunista sedette sugli scranni parlamentari per diversi anni. Nessuno si è mai sognato di chiedere le dimissioni di Togliatti come mai nessuno lo fece per motivo analogo al segretario nazionale del PSI, Bettino Craxi per la sua storia con Patrizia Caselli l’attrice e conduttrice televisiva RAI che dopo il 1994 abbandonò la televisione, seguire l’ex presidente del consiglio dei ministri ad Hammamet, al quale è stata legata sentimentalmente per nove anni, dal 1991 fino alla morte di lui il 19 gennaio 2000. O per la relazione clandestina, con Sandra Milo, che durò un paio di anni, negli anni ottanta. Ma la politica scandalistica arriva con quella che passerà alla storia come “seconda repubblica”. Sulla scena politica arriva Silvio Berlusconi e le sue tante storie, compagne e amanti. Ma qui il mondo della politica e l’opinione pubblica iniziano l’involuzione di un percorso etico demagogico impressionante. Tutti gridano allo scandalo per le frequentazioni sotto le lenzuola del Cavaliere che a qualcuno di quelle frequentazione affida anche ruoli pubblici rappresentativi. Gli anni passano e nessuno si scandalizza per qualche nomina pubblica affettiva e di stretta amicizia dei presidenti di sinistra della regione Puglia, Nichi Vendola e Michele Emiliano. Nemmeno per le nomine di Giorgia Meloni, presidente del consiglio, si è registrata una levata di scudi quando nomina il cognato al dicastero dell’Agricoltura e la sorella, capo della segreteria politica del suo partito maggioritario in Parlamento. Ma, poi, arriva il “gaffettaro”, Gennaro Sangiuliano, collega giornalista e, attualmente, ministro della cultura al quale a parte, per forza di cose, Giorgia Meloni nessuno pensa di perdonare la storia con la dottoressa Boccia e la sua, per un certo periodo, possibile nomina come consigliera del ministero. Ora, mentre il Nostro Paese da mesi è attanagliato da problemi interni e internazionali, che succede? I media, la politica, i tuttologi, da giorni non fanno altro che parlare del caso Sangiuliano, quasi fosse l’unico o l’origine di tutti i problemi italiani. Ma per favore, siamo seri. Se il ministro ha sbagliato sarà la magistratura ad appurarlo e non i dibattiti, social, televisivi o da bar pro o contro. Forse un errore è stato fatto dal titolare del dicastero della Cultura, in questa fase della vicenda ed è quello che più che andare sulla rete ammiraglia della TV di stato a farsi intervistare per mostrare carte illeggibili, avrebbe dovuto prima recarsi in tribunale per autodenunciarsi, in autotutela, chiedendo che potesse essere fatta luce sulla vicenda e che se fossero emersi reati i responsabili dovessero risponderne e, poi, magari convocare una conferenza stampa e mostrare a tutti la sua auto denuncia, magari fornendo copia.  Un modo, questo per distrarre l’opinione pubblica dalle serie questioni del Paese che incidono sulla vita quotidiana del suo popolo, come se tutto si potesse ridurre a “è reato, quindi è illecito; non è reato, quindi è lecito”, dimenticando che c’è, anche, una responsabilità etico morale con la quale bisognerebbe, almeno ogni tanto, fare i conti, del resto sono fatti che attengono alla sfera personale privata. Ma come detto siamo nella “seconda repubblica” e questo è quello che il frutto del nuovo sistema che certamente la parte sana del Paese non merita.

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