All’estate più calda della storia segue un’ondata di maltempo che mette in ginocchio diverse regioni d’Italia; è colpa del ciclone islandese arrivato, letteralmente, come un fulmine a cel sereno sul nordest della penisola. Alle 08:50 di ieri, 5 settembre, l’Arpa piemontese aveva registrato 200 mm di pioggia in sole dodici ore e per l’ora di pranzo, fiumi e torrenti nel torinese avevano già superato la soglia di guardia a Mezzenile, Spineto, Villafranca, Trana e Pinerolo. Un’ora dopo il Rio Gerardo, nella zona di Bussoleno e Mattie, aveva abbattuto i due ponti che connettono 50 persone alle loro vite quotidiane.
Rimane disperso un uomo di 58 anni, Gianni Canavera, intento in operazioni di disboscamento sulle rive del torrente Orco quando la piena si abbatteva sul suo trattore. Secondo le previsioni, le precipitazioni più violente dovrebbero aver avuto luogo nelle scorse ore notturne e, per quanto alta rimanga l’instabilità delle condizioni metereologiche fino al termine della giornata odierna, il peggio dovrebbe essere già passato. Ma l’allerta meteo, visti anche i danni subiti negli scorsi giorni in Campania ed in Emilia, rimane alta in molte regioni d’Italia: allerta arancione in Lombardia, con Milano allagata dall’esondazione del Seveso; gialla in Campania, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Valle d’Aosta e Veneto.
Da domani di nuovo sole, quasi ovunque: poi domenica pioggia e perturbazioni. Un ritmo a cui è praticamente impossibile abituarsi e che prima di mettere in difficoltà noi, infastidisce terribilmente madre natura: Coldiretti continua a far notare come, in un 2024 senza pace e un 2025 che si prospetta anche più irrequieto, nessuna coltivazione sia sostenibile. Non esistono più mezze stagioni, si dice: solo catastrofi opposte che si alternano in una danza infernale. Avevamo undici anni per rimediare nel 2019, quando milioni di ragazzi scendevano in piazza ogni venerdì; ora ne rimangono pochi più di cinque.