Le crisi globali stanno rendendo il mondo ingovernabile rompendo in tal modo il concetto di unitarietà della democrazia; la libertà, invece, è uno dei pochi concetti universali che ci restano e contro cui è difficile obiettare . Nel corso della storia abbiamo assistito a vari comportamenti umani che negavano o comprimevano questo valore: un esempio eclatante più vicino a noi in termini cronologici è l’ invasione dell’ Ucraina da parte russa. Un attacco alla libertà dei cittadini e dello Stato, colpito nel territorio e nell’ autonomia, sovranità e indipendenza. La terra dove è avvenuta l’ aggressione ha un perimetro ben definito, mentre il valore della libertà calpestata è universale: va oltre quel perimetro,senza distinzione di lingua, sesso, razza e religione. È violato, quindi, un principio connaturato alla natura dell’ uomo in quanto tale, che gli permette di agire e vivere senza costrizione di vincoli esterni. Violare questo principio è anche violare il concetto di sovranità che si costruisce nel rapporto stato – cittadino; un sistema di tutela che ha alla base la libertà. Proprio a difesa di questo principio, l’ Europa non può non essere coinvolta nel conflitto russo- ucraino, perché su quel principio ha costruito nel corso dei decenni l’ architettura della moderna sovranità. L’ ideale della libertà è un concetto indivisibile che si oppone ad ogni suo utilizzo in senso opportunistico e rifugge da ogni compromesso. Alla luce di ciò non ci spieghiamo tutti i mal di pancia dei nostri europarlamentari, sul voto per decidere l’ utilizzo delle armi da parte degli ucraini sul territorio russo. È chiaro che l’ Ucraina difende il proprio territorio, la propria sovranità, ma anche la libertà e la democrazia, ma lo fa anche per noi tutti europei, per le nostre Costituzioni repubblicane e democratiche, per la cultura occidentale. L’ ambiguità è solo una distorsione del concetto di libertà. È come se volessimo sentirci liberi, svincolati dal resto del mondo, racchiusi nel nostro guscio di egoismo a buon mercato, sciolti da qualsiasi coinvolgimento nelle vicende altrui, sollevati da qualsivoglia responsabilità collettiva, sollevati da obblighi che risiedono nella stessa società universale di esseri umani e cittadini, di cui diciamo di fare parte. Insomma qualcosa da consumare in solitudine al riparo nel nostro guscio di egoismo a buon mercato.
La guerra chiama in causa il concetto di libertà
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