Bari – Il Comune si costituisce parte civile in quattro processi

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Il comune di Bari, con due appositi provvedimenti di giunta comunale ha deciso, questa mattina, di costituirsi parte civile in tre diversi procedimenti penali, affidandosi per rappresentare e difendere la pubblica amministrazione, “stante l’impossibilità degli avvocati civici ad assumere detto incarico penale per la sussistenza di altri concomitanti e gravosi impegni professionali non espletabili cumulativamente con quello di cui si tratta”, agli avvocati, esterni all’amministrazione comunale, Gaetano Carrieri e Sonia Mascia Cavalera. Nel primo caso si tratta di un procedimento penale che vede alla sbarra due dipendenti comunali imputati, in concorso con altri soggetti e a vario titolo, di gravi reati contro la pubblica amministrazione e contro il patrimonio mediante frode per avere perpetrato condotte collusive e fraudolente ai danni della Regione Puglia e dei Comuni di Bari e Monopoli. Per quanto riguarda il Comune di Bari, le contestazioni riguardano presunte “agevolazioni dell’evasione fiscale attraverso emissione di fatture per operazioni inesistenti finalizzate a conseguire i profitti con reato di corruzione propria”. In questo caso che riguarda l’affidamento delle attività di supporto alla gestione e riscossione della TARSU/TARES/TARI e dell’ICI/IMU, alla collaborazione del Comune di Bari nell’attività di accertamento delle entrate erariali, all’accertamento dei tributi nonché al monitoraggio dei ruoli, viene contestata la condotta corruttiva e la turbata libertà degli incanti. Secondo il teorema accusatorio il Responsabile unico del procedimento, insieme a un altro dipendente comunale che era componente la commissione di gara, compivano atti contrari ai doveri di ufficio per favorire un’impresa nell’aggiudicazione dell’appalto per ricevere in cambio dal l’imprenditore agevolato, benefici personali come, nel primo caso, l’assunzione all’interno della stessa azienda della moglie e, nel secondo caso, la promessa dell’assunzione del figlio. Il tutto grazie all’intermediazione di altri due imputati  che per questa loro illecita attività di “trait d’union” tra impresa e funzionari comunali erano destinatari di somme di denaro, assunzioni, promesse di assunzioni. Secondo gli inquirenti quella gara era viziata da diversi elementi illeciti come la predisposizione del bando di gara confezionato ad arte in modo da attribuire un minor peso all’offerta economica rispetto a quella tecnica; la scelta nella nomina dei componenti la commissione di gara dell’altro dipendente, che assicurava il necessario supporto in commissione giudicatrice; l’adozione di una soluzione concordata in precedenza, prima del controllo sull’offerta anomale, tra il pubblico ufficiale e il privato imprenditore circa le giustificazioni da fornire, per superare con esito favorevole il controllo subito. La seconda costituzione di parte civile riguarda, invece, un rito di giudizio abbreviato a carico di un imputato e un giudizio immediato a carico degli altri tre imputati, accusati in concorso tra loro, per essere in via presuntiva responsabili dei reati di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, e di associazione di tipo mafioso per avere, a marzo del 2022, più volte, costretto con minacce e violenze, alcuni, pescatori e diportisti che volevano ormeggiare le proprie imbarcazioni nel porto di Santo Spirito a loro corrispondere somme di denaro. Attività che, sempre secondo l’accusa, esercitavano con la forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, determinando nelle vittime una situazione di assoggettamento e omertà, tale da indurli a comportamenti non voluti, nonché a versare somme di denaro non dovute in cambio di “protezione” con “metodologia mafiosa”. I quattro, poi, si sarebbero impossessati di fatto dell’area antistante il porto per farne un loro parcheggio abusivo, ovviamente a pagamento. Il comune di Bari ha voluto costituirsi in questi processi perché i comportamenti degli imputati, di fatto, determinato un clima di insicurezza e sfiducia nelle istituzioni, da parte della collettività tutta, danneggiando l’immagine della pubblica amministrazione.

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