Il risiko di Netanyahu : invadere il Libano e chiudere i conti con l’ Iran

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In Medio Oriente è guerra aperta. Fervono i contatti delle diplomazie per evitare l’ invasione dell’esercito israeliano in territorio libanese. Il Libano è un Paese sull’ orlo del collasso, sei milioni di abitanti che si sono trovati ad ospitare trecentomila profughi palestinesi e un milione e mezzo di siriani. Allo stato dei fatti, Israele, dopo aver decimato il comando di Hezbollah, non può mollare la presa.Gli Usa , però, manifestano al riguardo grandi perplessità, tant’è che nei giorni scorsi, hanno ritirato dal Mediterraneo la portaerei , Gerald Ford e le portaelicotteri ” Bataan” e ” Hall” . Un messaggio inequivocabile a Netanyahu: se invaderai il Libano lo farai senza di noi. Le ragioni che hanno portato Biden a questa decisione sono fin troppo ovvie. Coinvolgere gli Usa in un’ altra guerra dagli esiti e dalle proporzioni imprevedibili, a pochi giorni dal voto per le presidenziali , dopo essersi impantanati nel conflitto russo – ucraino, potrebbe avere effetti negativi sul voto dei giovani e delle minoranze etniche. Ma ad oggi è pur vero che le innumerevoli esortazioni di Biden a Netanyahu non hanno sortito effetti concreti, anzi il Premier israeliano è diventato sordo ai richiami della Casa Bianca e potrebbe essere tentato di mettere gli Usa difronte al fatto compiuto, nella convinzione che gli americani si sentirebbero, in ogni caso, costretti a intervenire in appoggio allo Stato ebraico. A nessuno può sfuggire che il governo israeliano, dopo gli attacchi del 7 ottobre, ad opera di Hamas, ha comunque deciso di imboccare una strada senza ritorno, quindi una vittoria a tutti i costi. Lo scopo ultimo: invadere il Libano e chiudere una volta per tutte la partita con l’ Iran .Su cosa bisogna sperare perché si eviti una guerra totale in medioriente? Sulla capacità, di per sé fragile, delle diplomazie internazionali, ma soprattutto di Israele stesso. Del resto il Governo Netanyahu ha già condotto l’ invasione nella Striscia di Gaza , compiendo un vero e proprio massacro di civili senza precedenti in Medio Oriente, non ottenendo il risultato sperato perché Hamas non è stato annientato e molti ostaggi ancora nelle sue mani, ha ottenuto un controllo piuttosto instabile del territorio. Gli unici successi grazie al Mossad che è penetrato nei ranghi nemici decimandone i capi, con tecnologie sofisticate; azioni queste che hanno disorientato il nemico. Potremmo ipotizzare che il Premier israeliano, difronte alla prospettiva di perdere uomini e mezzi, preferisca affidarsi alle tecniche della sua intelligence. E’ chiaro che anche questa è una prospettiva poco consolante .

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