La tecnologia che cambia il modo di fare la guerra

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L’ attacco che Israele ha portato agli Ezbollah con i cerca persone testimonia che l’ attuale competizione internazionale tra le Nazioni si basa sulla ricerca tecnologica che è in grado di ridefinire, in modo diverso dal passato, la divisione di poteri tra esse e tra alcune grandi imprese nel mondo. Si tratta di un confronto e a tratti scontro che si fonda sulla realizzazione di sistemi tecnologici avanzati, con i quali alcuni soggetti che erano , un tempo, in posizioni subordinate, tendono ad eliminare assetti precedenti. Innanzitutto mirano a superare la supremazia occidentale che grazie all’ Alleanza atlantica e allo sviluppo economico e sociale dell’ Europa, ha permesso ad alcuni Paesi, tra i quali l’ Italia, uscita sconfitta dalla seconda guerra mondiale, di progredire e diventare tra i paesi inpiù ricchi del mondo.Fu proprio grazie ai droni e a sofisticatissimi supporti informatici che il 7 ottobre 2023, Hamas riuscì a neutralizzare le difese digitali di Israele e attraverso Gaza entrare nel sud Ovest del Paese. Dopo circa 10 mesi , Israele risponde infilando nelle tasche degli Hezbollah, esplosivi mascherati da strumenti di comunicazione. Oggi anche un piccolo Stato, dotato di armi nucleari sofisticate, è in grado di fornire armamenti militari anche ad una superpotenza. Del resto la Cina ha varato un programma con un investimento di decine di miliardi di dollari che prevede entro il 2030, di fare del Dragone, la prima nazione al mondo nell’ intelligenza artificiale. Possiamo, quindi, affermare che la tecnologia cambia anche il modo di fare la guerra. Oggi uno Stato che per difendere i propri confini si serve solo dei caccia, ma non possiede un sistema di protezione dei propri spazi aerei , è vulnerabile. La guerra può essere combattuta anche senza invadere i territori con truppe e mezzi pesanti, attraverso offensive informatiche, con la disinformazione, disturbo a mercati, terrorismo interno ai paesi che diventano bersaglio. E l’ Europa e soprattutto l’ Italia che fanno in tema di politica internazionale e difesa per essere all’altezza di questa svolta epocale? In Italia soffriamo cronicamente di un gap formativo in materie tecnologiche e scientifiche . Secondo l’ Istat nel 2022 , solo il 23% dei giovani aveva una laurea in materie scentifiche. Il motivo è che continuiamo a campare di rendite di posizioni, illudendoci che ci possano garantire anche in futuro il livello di benessere attuale, già di per se’ alquanto acciaccato. Ma il mondo si muove e anche velocemente e per essere competitivi le posizioni vanno rimodulate, altrimenti il declino sarà inevitabile.

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