Sondaggi: FdI cresce del 3,5%. Il centrodestra conquista nuovi elettori

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In base a quanto emerge dal sondaggio eseguito dall’istituto Euromedia Reserch per Porta a Porta, relativo alle intenzioni di voto, Fratelli d’Italia svetta in solitaria al 30,3% delle preferenze elettorali.

Seguito da un Pd in affanno alla disperata rincorsa del campo largo, al 23,5%. E con il Movimento 5 Stelle che si attesta al 10,5 %, sempre arrancando a racimolare decimi di percentuale per poter dimostrare le ragioni di una linea ondivaga contestata all’interno della stessa alleanza, mai decollata. Un’indagine, quella presentata, che ripropone il “quasi” pareggio tra Lega e Forza Italia: con la prima forza di governo che si attesta all’ 9,2%. E la seconda al 9,0%. Fanalini di cosa ai piedi dei gradini del podio, infine, Azione al 3,4%, l’Alleanza Verdi e Sinistra sul 5%, Italia viva che viaggia sul 2,4%, +Europa all’1,5% e Noi Moderati allo 0,8%.

Vespa rilancia anche l’indagine firmata Ghisleri sulla cittadinanza: e anche in questo caso gli italiani si dimostrano più realisti del re, e decisamente più concreti, al di là di logiche di partito e polemiche parlamentari sfociate nel quesito referendario. E allora, è presto detto: e Vespa presenta esiti e significati dell’indagine senza fronzoli o orpelli demagogici, annunciando dallo studio di Via Teleuda il sondaggio che stigmatizza quello che gli «italiani pensano sulla cittadinanza agli stranieri. Dieci anni sono troppi? Sono pochi?».

Ma la vera batosta arriva sul quesito in merito alla cittadinanza più facile: contrari oltre la metà degli italiani

La domanda rivolta agli interpellati dell’indagine non lascia adito a equivoci o spazio alle ambiguità propagandistiche: «siete favorevoli o contrari a ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia per richiedere la cittadinanza con trasmissione automatica ai figli minorenni?». E il tema su cui la sinistra ha profuso ogni tipo di sforzo per raccogliere mezzo milione di firme. Ma la risposta degli italiani, qual è stata? Ebbene, ce la fornisce Alessandra Ghisleri, che tra domande e risposte, lascia che la sentenza sia squisitamente popolare. E se vox populi, vox dei, vale ancora, eccolo il verdetto degli elettori: favorevoli il 35.6. Contrari il 52.4. Non sa o non risponde il 12% degli interpellati.

A due anni esatti dalle politiche che hanno portato la destra al governo, la luna di miele tra la maggioranza e gli italiani non solo non è terminata, ma prosegue con successo. Il consenso della coalizione da allora è salito del 4,2%, sempre trainato da FdI che da solo ha conquistato il 3,5% in più di elettori. Resta invariato, invece, quello del centrosinistra. È la fotografia che emerge dalla Supermedia Youtrend-Agi e che restituisce dati che non solo sfidano tutti i pronostici del tempo che fu, ma anche le ordinarie dinamiche politiche, nelle quali di solito sul medio periodo è l’opposizione a essere avvantaggiata.

I sondaggi a due anni dalle politiche il centrodestra cresce del 4,2%, trainato dal 3,5% di FdI

Nel dettaglio, nella media “ragionata” degli ultimi sondaggi, FdI si attesta al 29,3%, vale a dire il 3,5% in più della “notte magica” di quel settembre di due anni fa. Cresce anche Forza Italia, che con un +1,3% arriva al 9,4%. Perde qualcosa la Lega, scendendo all’8,2% dall’8,8% di allora. Una lieve flessione ampiamente compensata all’interno della coalizione, dove i numeri parlano della capacità di intercettare nuovi elettori e non di un mero flusso di voti tra gli alleati.

Sondaggio Ghisleri, doppio schiaffo alla sinistra: FdI oltre il 30% e no degli italiani alla cittadinanza facile

 Il centrosinistra resta fermo: travaso di voti tutto interno ai partiti

Proprio quest’ultimo scenario è, invece, quello che emerge dalle percentuali del centrosinistra: il Pd, che arriva al 23,3%, guadagna il +4,2% rispetto al voto di due anni fa, che è pressoché esattamente quello che perde il M5S, che con un -4,1% scende all’11,3%. L’analisi degli altri dati suggerisce però che una dinamica dei flussi più complessa all’interno dello schieramento: Avs, infatti, guadagna il 3,1%, arrivando a un 6,7% che potrebbe aver incamerato diversi voti pentastellati e Italia Viva e Azione, che nel 2022 correvano insieme, sommati fanno il 5,6% (Azione 3,1%, Iv 2,5%) ovvero il 2,2% in meno rispetto a due anni fa che potrebbe aver giovato al Pd. Ciò che appare certo, comunque, è che cambiando l’ordine degli addendi il risultato per il centrosinistra non cambia.

 Non bastassero le argomentazioni documentate – e le tesi smontate – di anfitrione e ospiti in studio, la parola passa ai numeri. O meglio, alle cifre indicative dei sondaggi che a suon di percentuali, confronti e riscontri, sanciscono a chiare lettere il successo del governo e dell’alleanza dei partiti che lo compongono. E infatti, non a caso, dopo infinite sperequazioni su Meloni all’Onu, il premio ricevuto dalle mani di Musk, libere dissertazioni su cittadinanza, legge esistente e diritti futuribili,

In base a quanto emerge dal sondaggio eseguito dall’istituto Euromedia Reserch per Porta a Porta, relativo alle intenzioni di voto, Fratelli d’Italia svetta in solitaria al 30,3% delle preferenze elettorali.

Seguito da un Pd in affanno alla disperata rincorsa del campo largo, al 23,5%. E con il Movimento 5 Stelle che si attesta al 10,5 %, sempre arrancando a racimolare decimi di percentuale per poter dimostrare le ragioni di una linea ondivaga contestata all’interno della stessa alleanza, mai decollata. Un’indagine, quella presentata, che ripropone il “quasi” pareggio tra Lega e Forza Italia: con la prima forza di governo che si attesta all’ 9,2%. E la seconda al 9,0%. Fanalini di cosa ai piedi dei gradini del podio, infine, Azione al 3,4%, l’Alleanza Verdi e Sinistra sul 5%, Italia viva che viaggia sul 2,4%, +Europa all’1,5% e Noi Moderati allo 0,8%.

Vespa rilancia anche l’indagine firmata Ghisleri sulla cittadinanza: e anche in questo caso gli italiani si dimostrano più realisti del re, e decisamente più concreti, al di là di logiche di partito e polemiche parlamentari sfociate nel quesito referendario. E allora, è presto detto: e Vespa presenta esiti e significati dell’indagine senza fronzoli o orpelli demagogici, annunciando dallo studio di Via Teleuda il sondaggio che stigmatizza quello che gli «italiani pensano sulla cittadinanza agli stranieri. Dieci anni sono troppi? Sono pochi?».

Ma la vera batosta arriva sul quesito in merito alla cittadinanza più facile: contrari oltre la metà degli italiani

La domanda rivolta agli interpellati dell’indagine non lascia adito a equivoci o spazio alle ambiguità propagandistiche: «siete favorevoli o contrari a ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia per richiedere la cittadinanza con trasmissione automatica ai figli minorenni?». E il tema su cui la sinistra ha profuso ogni tipo di sforzo per raccogliere mezzo milione di firme. Ma la risposta degli italiani, qual è stata? Ebbene, ce la fornisce Alessandra Ghisleri, che tra domande e risposte, lascia che la sentenza sia squisitamente popolare. E se vox populi, vox dei, vale ancora, eccolo il verdetto degli elettori: favorevoli il 35.6. Contrari il 52.4. Non sa o non risponde il 12% degli interpellati.

A due anni esatti dalle politiche che hanno portato la destra al governo, la luna di miele tra la maggioranza e gli italiani non solo non è terminata, ma prosegue con successo. Il consenso della coalizione da allora è salito del 4,2%, sempre trainato da FdI che da solo ha conquistato il 3,5% in più di elettori. Resta invariato, invece, quello del centrosinistra. È la fotografia che emerge dalla Supermedia Youtrend-Agi e che restituisce dati che non solo sfidano tutti i pronostici del tempo che fu, ma anche le ordinarie dinamiche politiche, nelle quali di solito sul medio periodo è l’opposizione a essere avvantaggiata.

I sondaggi a due anni dalle politiche il centrodestra cresce del 4,2%, trainato dal 3,5% di FdI

Nel dettaglio, nella media “ragionata” degli ultimi sondaggi, FdI si attesta al 29,3%, vale a dire il 3,5% in più della “notte magica” di quel settembre di due anni fa. Cresce anche Forza Italia, che con un +1,3% arriva al 9,4%. Perde qualcosa la Lega, scendendo all’8,2% dall’8,8% di allora. Una lieve flessione ampiamente compensata all’interno della coalizione, dove i numeri parlano della capacità di intercettare nuovi elettori e non di un mero flusso di voti tra gli alleati.

Sondaggio Ghisleri, doppio schiaffo alla sinistra: FdI oltre il 30% e no degli italiani alla cittadinanza facile

 Il centrosinistra resta fermo: travaso di voti tutto interno ai partiti

Proprio quest’ultimo scenario è, invece, quello che emerge dalle percentuali del centrosinistra: il Pd, che arriva al 23,3%, guadagna il +4,2% rispetto al voto di due anni fa, che è pressoché esattamente quello che perde il M5S, che con un -4,1% scende all’11,3%. L’analisi degli altri dati suggerisce però che una dinamica dei flussi più complessa all’interno dello schieramento: Avs, infatti, guadagna il 3,1%, arrivando a un 6,7% che potrebbe aver incamerato diversi voti pentastellati e Italia Viva e Azione, che nel 2022 correvano insieme, sommati fanno il 5,6% (Azione 3,1%, Iv 2,5%) ovvero il 2,2% in meno rispetto a due anni fa che potrebbe aver giovato al Pd. Ciò che appare certo, comunque, è che cambiando l’ordine degli addendi il risultato per il centrosinistra non cambia.

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