L’Iran con il cerino in mano e Netanyahu “Presto sarete liberi”

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Sono giorni duri per Teheran e il regime degli Ajatolla, perché in poco tempo tutto si è capovolto. . La tattica Iraniana di circondare per procura Israele con Hamas, gli Houthi, gli Ezbollah, sta miseramente naufragando. Soprattutto nel momento in cui Israele ha cambiato tattica, da operazioni lampo di ‘pulizia’ in territorio nemico e ritorno, ad un attacco su vasta scala contro Hamas prima, Hezbollah ora e chissà se non oserà arrivare nel territorio dell’ Iran. A questo punto Teheran che agiva attraverso le milizie sciite libanesi, Hamas e Houthi , si ritrova in prima linea con il cerino in mano. L’ Iran si trova con un’ economia a pezzi, piegata da anni di sanzioni per il suo programma nucleare, isolato a livello internazionale, con una sempre più forte ed organizzata opposizione interna che si propone per il cambiamento ed un regime teocratico che in queste ore concitate si trova costretto a cambiare strategia difronte ad un nemico che ha praticamente messo in ginocchio i suoi alleati e può contare sul solido sostegno degli Usa. Un sostegno che non verrebbe meno anche nell’ ipotesi di uno scontro aperto, scontro che Teheran non potrebbe reggere né a livello di intelligence né a livello militare e che finirebbe per mettere ancora di più a nudo le sue debolezze. Allo stesso tempo non può restare a guardare passivamente perché al suo interno le crepe di un dissenso che cova sotto la cenere , si allargano sempre di più , anche tra i pasdaran, cosiddetti guardiani della rivoluzione. Quindi Teheran ha bisogno di prendere tempo per organizzarsi e da qui la dichiarazione del portavoce diplomatico: ” I governi del Libano e della Palestina hanno la capacità di affrontare l’ aggressione del regime sionista e non c’è bisogno di schierare forze militari iraniane”. Per buttarla in caciara: ” Armiamoci e andate”. Per settimane si è paventata una ritorsione del governo iraniano nei confronti di Israele per tenere a bada il dissenso interno e salvare la faccia ed approfittare delle continue condanne internazionali nei confronti di Israele per il numero delle vittime civili a Gaza e poi i Libano.A questo punto ci si chiede se un’ eventuale ritorsione sarebbe ancora utile e sufficiente a sedare i malumori interni . Non a caso l’ elezione del nuovo Premier iraniano Massoud Pezeshkian, moderato e riformatore, viene letta come il tentativo di arginare il malcontento della popolazione. La Casa Bianca nel frattempo sta intensificando, dopo l’ uccisione di Nasrallah, i contatti con Teheran, per scongiurare un allargamento del conflitto. Intanto il Premier israeliano, Netanyahu, conscio dell’ indebolimento del regime degli Ayatollah, ha mandato un messaggio alla popolazione iraniana , chiamandoli persiani, facendo un distinguo rispetto alla religione musulmana: ” Presto sarete liberi” ” I nostri due popoli antichi, il popolo ebraico e il popolo persiano, saranno finalmente in pace” . Israele però non ha del tutto sconfitto i suoi nemici: Hamas pur decimata esiste ancora e ha ancora ostaggi israeliani, Hezbollah pur decimata possiede un arsenale di missili e Teheran possiede un arsenale di tutto rispetto oltre a conservare una forte influenza sulle milizie regionali. Pur tuttavia non si può negare che negli equilibri mediorientali qualcosa è cambiato. Difficile è capire come il regime iraniano, allo stato degli avvenimenti sul campo, possa fare qualcosa per ribaltare la partita.

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