Prima i contenuti poi gli schieramenti

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Un vecchio insegnamento della prima Repubblica. Talvolta poteva apparire un po’ ipocrita, ma quantomeno serviva a salvare le apparenze. Adesso, guardando all’ opposizione, ovvero al centrosinistra, essa appare divisa, eccessivamente litigiosa e priva di contenuti. Prima o poi dovranno confrontarsi con la realtà . Hanno indugiato per troppi mesi sul cosiddetto campo largo, come se esistesse il campo stretto. Un gergo tipicamente politichese , privo di sostanza e di strategia. Non serve parlare di alleanze se non si tracciano prima gli obiettivi e quindi la direzione di marcia, il che richiede la capacità di definire i rapporti tra gli alleati e stabilire i ruoli. Il PD , che è erede di una sinistra della Prima Repubblica, dovrebbe fare tesoro di certi insegnamenti, ma sembra aver cancellato la memoria del passato. Dando invece uno sguardo in casa grillina , il suo leader , Giuseppe Conte, è sospettato di fare l’ occhiolino alla Meloni, ( vedi nomine Rai) e la cosa può essere verosimile. L’ ex Presidente del consiglio, deve esaltare la sua leadership, dopo aver, ppraticamente, isolato e zittito il padre fondatore del Movimento, Beppe Grillo. Molto presente nella TV di Stato e non solo, interviste a giornali e post sui social. Ha preferito occupare giornali e TV anziché arare il campo largo. È stato abile e furbo nello sfruttare l’ apertura di Elli Schlein a Matteo Renzi , galeotto fu quell’ abbraccio, subito bollato come inopportuno e pericoloso per il centro-sinistra, seguito a ruota da Bonelli e Fratoianni ; da questo scontro ne ha tratto vantaggio Matteo Renzi che ne ha guadagnato in pubblicità e gli ha ridato di nuovo voce , dopo il silenzio tombale a cui lo aveva costretto la cocente sconfitta alle europee di giugno. Abbiamo un Conte in crescita di consensi , rispetto agli scarsi risultati delle europee e una Schlein che dopo il successo delle europee, sembra confinata nelle retrovie. Ma non bisogna abbattersi! I tempi cambiano ognuno andrà per conto suo , su un tema qual’ è la politica estera, Conte filo russo al centrosinistra, alla pari di Salvini nel centrodestra, la Schlein filo ucraina; alla fine il chiarimento avrà come tema unico, chi andrà a Palazzo Chigi, chi agli Esteri, chi in altri ministeri, in caso di vittoria, un giorno, del centrosinistra. Alla fine Conte immagina di essersi posizionato come antagonista e con pochi voti, ottenere il massimo. Ma molte volte l’ immaginazione rischia di scontrarsi con la realtà.

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