La stretta di Netanyahu

A due settimane dal ritiro dell’esercito israeliano da Gaza, secondo Al Jazeera la protezione civile palestinese avrebbe ritrovato circa 180 corpi in una fossa comune scoperta in una zona all’interno dell’ospedale “Nasser” a Khan Younis. Intanto, il primo ministro, Benjamin Netanyahu, nel corso del messaggio alla nazione, in occasione della pasqua ebraica, ha annunciato un intensificarsi di delle operazioni militari che per il numero uno israeliano, sarebbe l’unica soluzione per riportare a casa gli ostaggi e porre fine al conflitto. Una strategia rischiosa q sempre piu’ ardua quella di Netanyahu che vede calare i suoi consensi giorno dopo giorno. Preoccupazione arriva anche dagli Usa, si legge in una nota della casa bianca, che nel corso della riunione del gruppo strategico Usa-Israele convocato dal consigliere per la sicurezza americana Jake Sullivan, hanno espresso perplessità “sulle varie linee d’azione a Rafah. La delegazione israeliana guidata dal ministro per gli affari strategici, Ron Dermer e dal consigliere per la sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, ha tentato di rassicurare Washington sostenendo che per parte israeliana si “terrà conto di queste preoccupazioni”. Delicatissime, dunque, le posizioni dei due storici alleati che si trovano davanti ad esigenze interne, con rilevanza internazionale, importantissime da affrontare. Nel paese a stelle e strisce la pressione elettorale si fa sempre piu’ pesante con le opposte posizione di Biden e Trump mentre a Gerusalemme ci si interroga sulla tenuta dei rapporti con gli americani aspetto essenziale nei rapporti di equilibrio mondiale da servire sul piatto della diplomazia internazionale al tavolo dei negoziati con il mondo arabo. Si attendono nelle prossime ore decisioni importanti che possano mediare la duplice esigenza di porre fine al conflitto e rinsaldare i rapporti tra gli alleati.