Dal Palazzo dei Congressi di Roma nel fine settimana va in scena Nova, l’evento finale dell’Assemblea costituente del Movimento cinque stelle. Si è iniziato alle 15 di sabato 23 novembre con il saluto di Giuseppe Conte, a seguire i lavori della prima giornata prevedono panel su salute, scuola, ambiente, lavoro e legalità. Sul palco si alternano esperti, parlamentari e giornalisti che tratteranno i vari argomenti. In conclusione della prima giornata un messaggio di Giuseppe Conte.
Al grido di “dimissioni” e “siete come il Pd”, un gruppo di militanti del M5S ha rovinato la festa a Giuseppe Conte, la due giorni di Assemblea costituente pentastellata. “Avete dimenticato tutto, siamo nati tra i banchetti, non in un teatro. Siamo nati per strada e oggi ci portano in teatro”, hanno urlato i contestatori, che sono definiti “Figli delle stelle” e hanno rivendicato a gran voce “onestà e trasparenza”, in relazione alle procedure di voto sul futuro del Movimento.
“Due mandati e a casa”, è stata un’altra delle rivendicazioni del gruppo di una ventina di contestatori, composto per lo più da giovani e all’interno del quale c’era chi indossava magliette con i volti di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Sulle magliette, inoltre, si leggevano slogan come “Il Movimento è leaderless”, “Nome, garante e logo non si toccano”, “Le idee sono protagoniste, non le persone”.
Negli ultimi anni, il Movimento 5 Stelle ha vissuto un periodo di profonda crisi, evidenziato da un calo significativo degli iscritti e da una perdita di consenso tra gli elettori. Secondo recenti dichiarazioni di Davide Casaleggio, il partito ha visto dimezzarsi il numero degli iscritti rispetto a tre anni fa, un dato che mette in luce la difficoltà di attrarre nuovi membri e mantenere quelli esistenti. Questo fenomeno non è solo un sintomo di un malessere interno, ma riflette anche una gestione che, secondo molti, è percepita come distante e poco efficace.
La gestione centralizzata del Movimento 5 Stelle è stata oggetto di critiche da parte di diversi esponenti, che sostengono che questo approccio ha contribuito a creare un clima di sfiducia tra gli iscritti. Casaleggio ha descritto il processo decisionale come “opaco”, suggerendo che la mancanza di trasparenza e di coinvolgimento attivo dei membri stia allontanando non solo gli iscritti, ma anche gli elettori. Inoltre, l’alleanza con il Partito Democratico, che si sta discutendo in queste settimane, potrebbe ulteriormente compromettere l’identità del Movimento, portando a una percezione di irrilevanza politica.
Il futuro del Movimento 5 Stelle appare incerto. La recente Assemblea costituente ha messo in evidenza le divisioni interne e la difficoltà di trovare una direzione comune. Molti osservatori politici si chiedono se il partito possa recuperare il terreno perduto e riconquistare la fiducia degli elettori. La sfida principale sarà quella di rinnovare il proprio modello organizzativo e di comunicazione, cercando di tornare alle origini del Movimento, quando il coinvolgimento diretto dei cittadini era al centro della sua proposta politica. Solo attraverso un cambiamento radicale e una maggiore apertura al dialogo, il M5s potrà sperare di risollevarsi da questa crisi profonda.
L’assemblea costituente del Movimento 5 Stelle rappresenta un momento cruciale per il partito, che si trova a dover ridefinire la propria identità e strategia in un contesto politico in continua evoluzione. La partecipazione di membri di spicco e la discussione di temi fondamentali per il futuro del movimento attireranno l’attenzione dei media e degli elettori. La capacità del M5s di rinnovarsi e di rispondere alle sfide attuali sarà determinante per il suo futuro.
“Siete con Grillo?”, hanno chiesto i cronisti ai contestatori: . “Noi siamo con i principi e con i valori: 70mila iscritti cancellati per avere il quorum, questa non è democrazia, vergognatevi!”, hanno risposto i contestatori, continuando a indirizzare la propria rabbia verso i vertici del Movimento. “La fine è cominciata con la scissione voluta da Di Maio”, ha detto uno di loro davanti ai microfoni, mentre altri imputavano ai big pentastellati di essere diventati come i dem. “Non ci ha mandato Grillo – ha spiegato uno dei partecipanti alla protesta – non siamo né per Grillo né per Conte. Sulla maglietta ci sono i volti di entrambi i fondatori del M5s, coloro ai quali ci richiamiamo”. “Abbiamo fatto campagna per l’astensione, questa assemblea non si deve legittimare”, ha aggiunto un altro contestatore.
Conte ha fatto buon viso a cattivo gioco, aiutato anche dal fatto che la contestazione era annunciata. “Noi accettiamo il dissenso”, ha detto Conte al microfono, ma ugualmente i contestatori sono stati allontanati dal palco, mentre la platea urlava “fuori, fuori”. Una volta fuori, poi, il volto conciliante del leader ha lasciato posto a quello tirato di alcuni parlamentari, che all’ingresso del Palazzo dei Congressi hanno avuto un aspro confronto con i contestatori.