A Pescara il Giorgia-day con la premier che dice sì alle europee

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Giorgia Meloni è arrivata a Pescara nelle ore notturne dormendo in un resort con Spa a Francavilla al Mare. Verso le 12 sale sul palco della conferenza programmatica, per sciogliere la riserva della candidatura con ufficialità. Antonio Tajani è seduto in prima fila, diversamente da Matteo Salvini che non è presente e si fa vedere solo in video. A detta di molti Salvini diserta l’incontro per le tensioni scatenate nel suo partito dalla candidatura di Roberto Vannacci, anche se  durante l’ultimo Consiglio dei ministri informava che a Pescara non si sarebbe fatto vedere «per un impegno con mia figlia». Salvini si gioca tutto, e non si è candidato ‘perché rischiava di prendere un quinto dei voti di Giorgia’, afferma un esponente del governo: ‘I leghisti hanno fissato l’asticella al 9%, se va sotto lui dovrà lasciare’. La premier rivendica i risultati di questo primo anno e mezzo, nonostante due guerre in corso e la «problematica» del Superbonus sui conti pubblici.  La campagna elettorale la farà soprattutto dal suo ufficio di Palazzo Chigi, per non dare l’idea che pur di superare il 26% incassato alle Politiche sia disposta a trascurare il governo del Paese. D’altronde la presidenza del G7 le dà già il massimo di visibilità e risonanza mediatica, come si è visto con l’annuncio che Papa Francesco sarà a giugno, e in presenza,  a Borgo Egnazia. I ministri non si candideranno e nemmeno la sorella Arianna,  che ama definirsi  «un soldato» che  prende confidenza con la scena pubblica. Arianna, è  responsabile del tesseramento e della segreteria politica di Fratelli d’Italia, ha seguito il panel “L’Europa delle donne – Garantire le pari opportunità per contrastare la violenza di genere” che si sta svolgendo nell’ambito della kermesse del partito in corso a Pescara. Seduta in prima fila nella ‘Sala Budapest 1956’ per assistere al dibattito che vede partecipare, tra gli altri, il ministro dello Sport Andrea Abodi e l’attrice Claudia Gerini: ‘No, non mi candido. E lo dico adesso: non mi candiderò neanche a eventuali suppletive a Roma o nel Lazio. La politica si può fare su diversi piani. E poi io sono fatta così, una timida. Mi piace ascoltare, parlare con tutti, quando serve sì, anche fare da paciere. Dentro FdI cerco di mettere ordine, far rispettare a tutti le regole, altrimenti il partito non lo fai, diventa una casbah’. Nello staff della premier ancora non si è deciso se e quanti comizi Meloni farà prima dell’8 giugno. Forse cinque, forse due soltanto: si parla di Roma e di una città da scegliere tra Bologna e Verona. I temi nel taccuino saranno soprattutto italiani e non dovrebbero esserci trasferte «elettorali» all’estero, salvo quelle già previste nell’agenda istituzionale di Palazzo Chigi. Parlerà a metà maggio all’evento di Vox, ma lo farà in collegamento video e non in presenza.  «A me interessa il consenso», è il mantra di Giorgia. L’obiettivo è confermare la forza della coalizione di governo, ma soprattutto salire sul podio come «primo partito di centrodestra in Europa», con 25 eurodeputati nel nuovo parlamento. «A quel punto — ha confidato ai fedelissimi — la strada sarà tutta in discesa. Prendiamo anche il Piemonte e arriviamo lisci a fine legislatura». L’obiettivo annunciato è quello di confermare il risultato delle elezioni politiche di due anni fa, quello desiderato è di aumentarlo addirittura. “Quasi dappertutto in Europa chi governa perde consenso rispetto a quello che ha avuto nelle precedenti elezioni. Noi invece puntiamo a guadagnarne, soprattutto considerando che sono passati quasi due anni di governo in condizioni certamente non facili”, ha detto nei giorni scorsi il capogruppo di FdI in Senato Lucio Malan.  D’altro canto proprio a Pescara, durante la chiusura della campagna elettorale di Marsilio in Regione, Meloni aveva detto di aver già messo l’elmetto per le Europee. La discesa in campo appariva la naturale conseguenza.

Durante il suo intervento, Meloni ha sottolineato l’importanza di rendere l’Italia centrale per cambiare ciò che non funziona in Europa. Ha anche rivendicato il merito di aver rimesso l’Italia al centro dell’Europa e della politica internazionale, portando per la prima volta il Papa al prossimo G7 in Puglia. Inoltre, ha criticato il Green Deal europeo e i “burocrati chiusi in un palazzo di vetro” e ha difeso l’obbligo dell’avanzamento della classe energetica e la libertà di scelta per gli Stati membri riguardo alle tecnologie più pulite. Meloni sarà capolista di Fratelli d’Italia in tutte le cinque circoscrizioni italiane.

«Chiedo agli italiani di scrivere il mio nome, ma il mio nome di battesimo» alle europee. «Sono fiera che la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me mi chiami Giorgia. Io sono stata derisa per anni per le mie radici popolari, mi hanno chiamata pesciarola, borgatara…perché loro sono colti… Ma io sono fiera di essere una persona del popolo. Se volete dirmi che ancora credete in me scrivete sulla scheda Giorgia, perchè io sono e sarò sempre una di voi.

L’opzione “Giorgia” non comporta, spiegano ambienti di FdI, il rischio di annullamento del voto perché nella lista del partito il nome della candidata sarà “Giorgia Meloni detta Giorgia”. Ciò permette all’elettore di indicare solo il nome di battesimo della presidente del Consiglio.

Il potere non mi cambierà, il palazzo non mi isolerà. Io ho bisogno di sapere ancora una volta che ne vale la pena. Ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni elettorali, se sopravvivo. Bisogna seguire i soldi, bisogna attaccare i trafficanti al cuore. Ci dicano in Italia e in Europa, dove vogliono stare gli altri. Vogliono stare con noi, dalla parte di chi vuole combattere i nuovi schiavisti, o dalla parte dell’immigrazione illegale di massa che fa la fortuna di quella rete criminale. E lo chiedo in particolare alla segretaria Pd Elly Schlein: serve su questo una parola chiara. Chi oggi plaude a Enrico Letta e a Mario Draghi bollava le nostre critiche come oscurantismo o negazionismo: la verità è che abbiamo sempre avuto ragione noi, non era negazionismo o oscurantismo, era banale realismo. Vogliamo creare una maggioranza che metta insieme le forze di centrodestra e mandare all’opposizione la sinistra anche in Ue è una impresa difficile ma possibile e dobbiamo tentare». Così Giorgia Meloni dal palco di Fdi a Pescara sottolineando che «possiamo portare anche in Europa il modello italiano, sarebbe una rivoluzione in cui il partito dei conservatori è strategico e fondamentale»

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