A Roma Tre il laboratorio trans e gender per bambini, con inizio il 28 settembre

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‘Un laboratorio per “bambin* trans e gender creative’,  il titolo, con l’immancabile asterisco, di un progetto per under 14 promosso dal Dipartimento Scienza della Formazione dell’università Roma Tre. A dare il via libera è il Comitato etico dell’ateneo della Capitale con locandina trasmessa  sui social per promuovere l’evento del prossimo 28 settembre.

Si parla di un “progetto di ricerca con strumenti ludico-creativo per ascoltare e accogliere le storie di bambin* e ragazz* (dai 5 ai 14 anni) condotto da ricercator* della comunità e da un’insegnante montessoriana”. In pratica, la   religione gender che si insinua  nelle pieghe dei programmi didattici dietro lo scudo dell’inclusività.

“Con quali parametri il comitato etico ha dato l’ok a questo laboratorio che dal punto di vista dei contenuti e dell’esperienza proposta ha tutta l’aria di essere un vero e proprio indottrinamento?”, se lo chiede Pro vita e famiglia.

Fabio Rampelli controlla i contenuti del bando vinto da Michela Mariotto, guru del pianeta arcobaleno rivolto ai ragazzini. “Allo scalpore si aggiunge lo sconcerto. Il laboratorio per ‘Bambin* trans e gender creative’, organizzato dell’Università Roma Tre, oggi al centro di legittime polemiche, è andato ben oltre i requisiti del bando previsto dall’Ateneo”. Il vicepresidente della Camera  ha scoperto che la responsabile del progetto di ricerca ‘titolare’ del laboratorio, la dottoressa Michela Mariotto, aveva vinto un assegno di ricerca a gennaio del 2024 per la realizzazione di ben altro.

L’università aveva chiamato a raccolta psicologi per la creazione di uno studio empirico per comprendere l’impatto dei discorsi di odio on line sulla vita quotidiana degli adolescenti, finanziato con i fondi del Pnrr. Non si sa per quale ‘coincidenza’ questo bando vinto da Mariotto (che prenderà quasi 24mila euro) si è trasformato in un esperimento sociale nel quale coinvolgere anche i bambini della primaria e delle medie. Il bando si rivolgeva agli adolescenti (la prima dagli 11 ai 12 anni, la seconda dai 13 ai 15, la terza dai 16 ai 20). E, soprattutto, non aveva alcuna attinenza alla sfera sessuale o gender.

“L’Università Roma Tre è a conoscenza di questa attività realizzata con i soldi del Pnrr su bambini trasformati in cavie di sperimentazioni ideologiche le cui conseguenze possono essere imprevedibili? A questi interrogativi risponderà il ministro Bernini alla quale ho inviato un’interrogazione”, annuncia il vicepresidente della Camera.

L’iniziativa – denuncia Rampelli – è un colpo ferale alla libertà dei minori di crescere senza condizionamenti né coercizioni indotte. Così come a quella delle mamme e ai papà espropriati del loro diritto dovere di educare e formare i loro figli in un’età così delicata. Il laboratorio, che si rivolge alla fascia 5-14 anni, coinvolge perfino bambini e bambine in età prescolare. Prima ancora che imparino a leggere, scrivere e parlare correntemente, si vorrebbe insegnare loro che maschio e femmina sono parole interscambiabili. Siamo alla follia ideologica – conclude Rampelli – per di più finanziata con i soldi pubblici del Pnrr. La nostra condanna è totale e assoluta”.

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