Corrado Augias attacca fortemente Giorgia Meloni a DiMartedì, commentando l’intervento della premier ad Atreju contro Romano Prodi. “C’è della follia” ha commentato Augias, aggiungendo anche che la premier “ha dimenticato di essere anche il capo del Governo”.
Durante il suo discorso, la premier si è infatti lasciata andare ad alcune dichiarazioni contro Romano Prodi di fronte alla sua platea.
Nella puntata del 17 dicembre di DiMartedì, è stato trasmesso un estratto del discorso, che Augias ha duramente criticato: “Io vi confesso che quando ho letto improperi isterici di Prodi ho aperto una bottiglia del mio vino migliore e ho brindato alla mia salute” ha detto Meloni, per poi aggiungere: “Siamo ancora dalla parte giusta della storia”.
L’intervento a DiMartedì
“Dovrei commentare questa cosa?” è stata l’immediata reazione di Corrado Augias nel momento in cui Giovanni Floris gli ha chiesto la sua opinione.
Ai microfoni di DiMartedì, Augias ha ribadito la sua opinione, già espressa in precedenza, secondo cui Giorgia Meloni, dall’inizio del suo mandato, non ha mai tenuto un discorso “da vero Presidente del Consiglio. C’è della follia in questo intervento” ha continuato Augias, commentando l’attacco della premier a un cittadino di 85 anni, che tra l’altro si è ritirato dalla politica.
Corrado Augias ha notato inoltre che le parole di Prodi non siano assolutamente adatte a giustificare tanto accanimento da parte di Giorgia Meloni. “L’unica scusante”, così lui stesso la definisce, è rappresentata dal fatto che il discorso si è tenuto di fronte ai militanti, in occasione di un convegno di partito.
Un’attenuante che, però, regge solo fino a un certo punto perché, secondo il giornalista, Meloni “ha dimenticato di essere anche il capo del Governo”.
“L’establishment americano adora Giorgia Meloni, perché lei obbedisce. Come la generalità degli ex comunisti, che per far dimenticare che sono stati comunisti ne fanno di tutti i colori, anche gli ex fascisti fanno lo stesso: per far dimenticare che sono stati fascisti, ne fanno di tutti i colori. Non è mica una novità”. Sono le parole dell’ex presidente del Consiglio Romani Prodi in occasione della presentazione del suo ultimo libro, scritto a quattro mani con il giornalista Massimo Giannini, “Il dovere della speranza. Le guerre, il disordine mondiale, la crisi dell’Europa e i dilemmi dell’Italia”.
Staffilata di Prodi anche a Ursula von der Leyen, confermata alla guida della Commissione europea con una maggioranza risicatissima: “La von der Leyen doveva fare l’assicuratrice in vita sua, è stata perfetta nel fare un contratto di assicurazione globale. La maggioranza precedente era meglio, ma c’è stata una divisione, per cui ha funzionato l’assicurazione. Le assicurazioni si fanno sempre per un motivo multiplo. La von der Leyen ha fatto questo contratto per se stessa e anche perché adesso, se si dovesse fare l’unica battaglia che bisogna fare per la fine del diritto di veto, lei avrebbe un’arma per opporsi a questo”.
L’attacco di Giorgia Meloni, come evidenziato da IlGiornale.it, ha riguardato anche i rapporti di Romano Prodi con la Cina. Da tempo, l’ex premier intrattiene relazioni strette con il governo cinese, facilitando collaborazioni accademiche e imprenditoriali. Un esempio significativo è la creazione della Agnelli Chair of Italian Culture, un progetto sviluppato dall’Università di Pechino in collaborazione con la Fondazione Agnelli e l’Università di Torino.
Oltre alla cultura, Prodi ha spesso agito come mediatore economico tra l’Italia e il Dragone cinese, un ruolo che ha sollevato critiche e interrogativi sul rischio di eccessiva dipendenza strategica dalla Cina. Questi rapporti, infatti, vengono visti con sospetto da parte di chi teme l’ingerenza cinese nel contesto europeo.
Come riportato da Il Giornale, i rapporti tra Romano Prodi, la Russia di Putin e la Cina sono tornati alla ribalta grazie alle parole di Giorgia Meloni ad Atreju. Un passato complesso e ricco di interrogativi che continua ad alimentare il dibattito pubblico, sollevando nuove riflessioni sulla politica estera e sugli equilibri di potere che riguardano, sia chiaro, momenti politici precedenti all’avvento di Giorgia Meloni in qualità di premier.
Unica considerazione corretta di Augias nei confronti della premier è quando considera e sottolinea che ‘il discorso si è tenuto di fronte ai militanti, in occasione di un convegno di partito’. Considerazione corretta e veritiera per chi conosce le realtà politiche che avvengono in casa propria, anche in assoluta libertà.
Dissento da Augias quando annota che Prodi è un ottantacinquenne, a quanto pare, con assoluta libertà di considerazioni ‘anche’ improprie.
Per questo identico motivo posso darmi uno stop sulle considerazioni anti-Augias visto che è un ottantanovenne…