Affitti Brevi – La stretta di Piantedosi preoccupa gli operatori

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Da oltre quarant’anni da quel lontano 1983, quando con la legge “La Torre – Rognoni”, si iniziò a introdurre l’obbligo di segnalare alla questura di competenza le generalità di un affittuario o di un ospite di una struttura ricettiva. La norma che nell’intento del legislatore all’indomani degli anni di piombo e della recrudescenza mafiosa che portò all’omicidio, a Palermo, del generale dei carabinieri Carlo Alberto dalla chiesa, negli anni, è stata aggiornata all’evolversi dei tempi. Se prima gli albergatori dovevano recarsi nel più vicino posto di polizia o stazione dei carabinieri per depositare l’elenco, con tanto di generalità dei propri ospiti, con il tempo fino ai giorni nostra la procedura è stata snellita attraverso l’invio telematico utilizzando un apposito portale dedicato del ministero dell’Interno. Ma due giorni fa, in seguito al dibattito emerso durante il “G7-Turismo” tenutosi qualche settimana fa a Firenze, il tema degli affitti brevi torna al centro dell’attenzione con una nuova circolare del Viminale. Il documento, diffuso recentemente, chiarisce che i sistemi di self check-in basati su key box e pulsantiere non soddisfano i requisiti di identificazione previsti dalla normativa italiana. “L’identificazione da remoto automatizzata non garantisce il rispetto dell’obbligo di riconoscimento personale”, ha ribadito il ministero, confermando che i gestori delle strutture ricettive devono identificare gli ospiti muniti di documento e comunicare le generalità alle questure entro 24 ore. Un chiarimento quello del dicastero retto dal ministro Piantedosi che crea e creerà qualche problema alla moltitudine di strutture ricettive sorte negli ultimi tempi con l’exploit del turismo, soprattutto, nelle città vecchie. Si tratta di piccole strutture di poche camere ristrutturate di tutto punto e messe a disposizione del turista. Molte di loro sono a piano terra, qualcuna al primo piano e qualcun’altra ai piani superiori. Ma ad accomunare queste strutture tra loro, oltre alla destinazione urbanistica, ci sono i sistemi di self check-in basati su key box e pulsantiere. Su undici strutture ricettive censite nove usano il sistema di accesso codificato da una chiave a tastiera, uno ha il doppio sistema e solo uno si avvale del metodo tradizionale, ovvero il citofono, per ricevere la clientela. In buona sostanza oltre il novanta per cento delle strutture turistiche ospitano turisti che non vengono accolti e identificati di persona, come il ministero dell’Interno pretende. In questo caso il check-in viene fatto trasmettendo via whatsapp o via mail le foto dei documenti degli ospiti al locatore senza che questi possa realmente accertarsi all’arrivo della corrispondenza dell’identità di chi utilizza le strutture. “Quella di non dover essere presente all’arrivo dei clienti”, racconta Marco che gestisce un piccolo bed and breakfast, di sole tre camere, “era una comodità che tornava utile ai gestori e agli stessi clienti. Perché non essendo costretti a essere presenti all’arrivo degli ospiti, che tra le altre cose arrivano in ogni ora del giorno e della notte, e quindi risparmiando su una figura professionale che con quel sistema non serviva, riuscivamo a garantire alla clientela delle tariffe più convenienti che rendevano i soggiorni economicamente più abbordabili per il turista. In questo modo”, conclude l’operatore turistico, “dovendo destinare una persona o del tempo aggiuntivo, oltre a quello che dedica quotidianamente ognuno di noi, per fare il check-in agli ospiti, vorrà dire che le tariffe terranno conto, anche, di quest’altro costo aggiuntivo, cosa che potrebbe mandare in crisi il settore, rischiando di far crollare le prenotazioni”. Una preoccupazione, questa, che sembra essere condivisa dall’intero comparto turistico. “Con questo nuovo fardello il settore turistico andrà verso una crisi dei numeri”, commenta Gianfranco, un altro gestore di b&b. Per i turisti la cosa non cambia se il check-in viene fatto da remoto o di persona. “Non capisco la differenza, per noi turisti non cambia nulla se ad accoglierci c’è una persona o se viene fatta da remoto”, dice Alfred un turista tedesco che sta trascorrendo qualche giorno in Italia.

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