Il 75esimo anniversario dell’Alleanza Atlantica in corso Washington DC racconta anche di una piccola polemica ‘politica’, tutta Italiana. A far discutere sono state le parole del vice premier e leader della Lega, Matteo Salvini, che a ventiquattro ore dall’inizio del vertice aveva detto ‘più armi si inviano, più la guerra va avanti’, riferendosi agli aiuti militari occidentali e quindi, anche italiani, all’Ucraina nella sua guerra contro Putin. Dunque stop all’invio di armi per far difendere Kiev, è la richiesta di Salvini, ma poi? Sicuramente strada spianata a Putin. Ma il passo indietro richiesto dal legista non c’è stato. Anzi la premier da Washington precisa che l’Italia manterrà l’impegno del 2% del pil da dedicare alle spese militari. Ma l’Italia “lo farà compatibilmente con la situazione” e “con i tempi e le possibilità che abbiamo”. “Facciamo dei piccoli passi in avanti e penso che vada considerato anche l’impegno che si mette nell’Alleanza atlantica, il lavoro che si fa a 360 gradi perché non è solo un problema di soldi”. L’Italia, afferma la premier, è “tra i maggiori contributori di personale nelle missioni di pace della Nato”. Sulla stessa line anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Anzi il responsabile della diplomazia italiana nel sottolineare il ruolo della Nato che “non è soltanto un’organizzazione militare, è un’organizzazione che difende i valori, la libertà, la democrazia nel mondo, è un’occasione per ribadire il nostro sostegno all’Ucraina senza se e senza ma, pur volendo tutti quanti noi raggiungere la pace”.
Aiuti all’Ucraina. Meloni e Tajani sconfessano Salvini: “Aiuti a Kiev senza se e senza ma”
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