Al G7 è atteso un accordo sugli asset russi congelati. Joe Biden: cosa potranno fare gli ucraini con le nostre armi

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Il futuro del sostegno all’Ucraina da parte della comunità internazionale, nel quadro della guerra contro la Russia, sarà tra i principali temi di discussione al summit dei leader del G7 che si terrà questa settimana in Puglia. Lo ha detto il coordinatore per le comunicazioni strategiche al Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, durante un briefing con la stampa: ‘Prenderemo provvedimenti per dimostrare alla Russia che il tempo non è dalla sua parte, e annunceremo nuovi passi per sbloccare gli asset russi congelati e aiutare la ricostruzione dell’Ucraina’.

Ma, a parte gli asset economici da destinare all’Ucraina la problematica più che sentita riguarda l’utilizzo bellico delle armi fornite a Zelensky.  L’Ucraina ha, infatti, un enorme bisogno non soltanto di armi per difendersi, ma anche di finanziamenti per la ricostruzione: 500 miliardi di euro in dieci anni, secondo il cancelliere tedesco Olaf Scholz. L’Italia farà la sua parte, come ha dichiarato all’Urc il ministro degli Esteri Antonio Tajani, fornendo al Paese aggredito dalla Russia un sistema per la difesa aerea Samp/T e 140 milioni di euro per interventi di sostegno alle infrastrutture. In particolare, 45 milioni saranno destinati alla ricostruzione della cattedrale della Trasfigurazione di Odessa, ‘città che sentiamo italiana’, come ha affermato il titolare della Farnesina. Per l’Ucraina si è mobilitato l’intero sistema Italia, in una sinergia di governo e imprese che vede numerose aziende presenti all’Urc. Ora, la regia del sostegno internazionale all’ex repubblica sovietica passa alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che guiderà il vertice del G7 in programma a Borgo Egnazia da domani al 15 giugno.

Dagli Stati Uniti arriva intanto la notizia del via libera americano all’utilizzo di armi statunitensi, destinato alla Brigata Azov, l’unità militare ucraina considerata una delle migliori dell’esercito di Kiev e nota per la sua tenace resistenza. Il Dipartimento di Stato, secondo il Washington Post, ha revocato un divieto imposto anni fa. Immediata la reazione stizzita del Cremlino, che tramite il portavoce Peskov accusa gli Usa di ‘essere pronti a flirtare con i neonazisti’.

Le forze oscure combattute durante la Seconda Guerra Mondiale ‘non scompariranno mai; la lotta tra dittatura e libertà è senza fine. Qui in Europa vediamo un chiaro esempio. L’Ucraina è stata invasa da un tiranno intenzionato a dominare’. Il presidente Usa, Joe Biden, nel suo discorso fatto alle commemorazioni per l’80esimo anniversario dello sbarco in Normandia, ha fatto un parallelismo tra il D-Day e l’attualità: ‘Non commettiamo errori, è stato il suo invito, gli autocrati del mondo stanno osservando da vicino. Arrendersi ai prepotenti, inchinarsi ai dittatori, è semplicemente impensabile. Se lo facessimo, dimenticheremmo quello che è successo su queste sacre spiagge, ha concluso, la storia ci dice che la libertà non è gratuita: se volete conoscere il prezzo della libertà, venite qui in Normandia e guardate’.

Il tema più caldo è quello delle armi che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina ora autorizzata a colpire in territorio russo. Ma gli armamenti non potranno essere utilizzate per prendere di mira Mosca o il Cremlino, ha sottolineato il presidente Usa in un’intervista rilasciata: ‘Gli ucraini sono autorizzati ad usare le armi americane in prossimità del confine, in territorio russo, quando ci sono attacchi contro target specifici in Ucraina, non stiamo autorizzando attacchi 200 miglia dentro la Russia né attacchi su Mosca, sul Cremlino’.

Biden sul presidente russo Vladimir Putin ha commentato: ‘Lo conosco da oltre 40 anni e mi preoccupa da 40 anni. Non è un uomo perbene. È un dittatore e sta lottando per assicurarsi di tenere unito il suo Paese mentre continua a portare avanti quest’aggressione all’Ucraina’.

Le parole del presidente americano sullo stop all’impiego, da parte di Kiev, delle armi americane per colpire Mosca, ‘sono così indecenti e ciniche che mi chiedo come possano essere state formulate da una personalità di così alto profilo’, ha affermato il vice ministro degli Esteri russo, Mikhail Galuzin, a margine del Forum economico di San Pietroburgo. Si tratta di ‘una nuova prova eloquente della falsità delle tesi americane’ sulla presunta indipendenza di Kiev nel prendere decisioni. ‘È ora ufficiale, è Washington a impartire gli ordini e gli obiettivi e definendo la zona delle possibili azioni di Kiev. A conferma che il regime di Kiev a priori non è indipendente ed è completamente subordinato agli americani’.

Un altro tabù nel conflitto tra Occidente e Russia è caduto, quali saranno le conseguenze?

L’avvio delle esercitazioni è arrivato a due settimane dalle prime comunicazioni. Il 6 maggio il ministero della Difesa preannunciava infatti preparativi per le esercitazioni militari che avrebbero incluso l’utilizzo di ‘armi nucleari non strategiche’ a fronte di quelle che descriveva come ‘dichiarazioni e minacce provocatorie’ da parte di ‘funzionari occidentali’. Le esercitazioni ordinate dal presidente Vladimir Putin ‘al fine di aumentare la prontezza delle forze nucleari tattiche a svolgere missioni di combattimento’ coinvolgeranno formazioni missilistiche del Distretto Militare Meridionale.

Navi militari russe con missili ipersonici stanno compiendo esercitazioni nell’Atlantico davanti all’isola e manovre per le armi nucleari tattiche con Minsk. Al Bundestag con il cancelliere Scholz, il presidente ucraino Zelensky insiste sulla richiesta di almeno altri 7 sistemi Patriot per la difesa aerea.

Il ministero della Difesa russo ha annunciato oggi che è iniziata la seconda fase delle esercitazioni nucleari non strategiche nel Paese. Lo riporta la Tass. “In conformità con la decisione del presidente della Federazione Russa, è iniziata la seconda fase delle esercitazioni delle forze nucleari tattiche”, si legge in un comunicato. Mosca aveva annunciato l’avvio della prima fase delle esercitazioni il 21 maggio scorso nel distretto meridionale russo.

L’Unione europea si aspetta un accordo al G7 di Borgo Egnazia sull’utilizzo dei profitti degli asset russi congelati per aiutare l’Ucraina. E’ quanto indica un alto funzionario Ue, spiegando che l’intesa dovrebbe riguardare un primo prestito a Kiev ‘fino a 50 miliardi di dollari’.

‘Stiamo esaminando gli aspetti tecnici. Vogliamo agire insieme come G7, assicurarci che questo denaro sia per l’Ucraina e mantenere le nostre priorità in termini di spesa’,  vale a dire ‘difesa e ricostruzione’, ha spiegato il diplomatico.

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