“Al posto sbagliato”: la memoria come arma contro le mafie

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Ieri sera, sul palco dello Spazio Diamante, ha debuttato Al posto sbagliato, un’opera intensa che affonda le radici nella memoria storica e civile del nostro Paese. Lo spettacolo, diretto e interpretato dal magistrale Francesco Pupa, è un viaggio nella storia delle mafie, dal loro oscuro atto di nascita fino ai giorni nostri, passando per le vittime innocenti che hanno pagato il prezzo più alto: i bambini.

Il racconto prende avvio da una leggenda nera, la storia di tre cavalieri spagnoli appartenenti a un ordine cavalleresco. Il loro destino si intreccia con il delitto d’onore che li segna: la vendetta per la sorella violentata da un nobile. In carcere, i tre uomini codificano le leggi non scritte di un potere che segnerà la storia: alla loro uscita, ognuno di loro fonderà una delle grandi organizzazioni criminali italiane – la mafia siciliana, la ‘ndrangheta e la camorra.

Sulle tavole del teatro, questa genesi si fonde con le voci di chi ha subito la brutalità delle mafie. Il protagonista, un ex uomo d’onore, rivive il dolore della perdita di suo figlio, assassinato il giorno delle elezioni. La scena si sposta poi sui figli dei braccianti e dei sindacalisti che hanno osato ribellarsi alla legge del più forte, vittime di un sistema che non ha mai avuto pietà. Il codice dell’onore, su cui si fondano le organizzazioni criminali, si manifesta con un altro omicidio: la punizione per chi ha osato scippare la moglie di un boss.

Lo spettacolo si fa testimone delle prime vittime delle mafie e delle grandi stragi che hanno insanguinato l’Italia: da Capaci a via D’Amelio. La memoria si trasforma in un grido di giustizia, un monito per le nuove generazioni.

Francesco Pupa domina la scena con una presenza scenica straordinaria. Il dolore, la rabbia e la disperazione delle vittime risuonano attraverso la sua interpretazione, tanto intensa da rendere palpabile la sofferenza. Attorno a lui, la scenografia curata da Jacopo Andrea Caruso si trasforma incessantemente: dodici cubi che diventano luoghi simbolici, un bancone, un altare, una croce, un pozzo, un campo di calcetto – testimoni di vite spezzate troppo presto. Le luci, studiate con precisione da Lindo Nudo, accompagnano le emozioni in scena, mentre i suoni e le musiche evocano il dolore e la tensione della narrazione.

La produzione, firmata Teatro Rossosimona, vede la collaborazione di Stefania Scola come aiuto regia e l’organizzazione di L’Altro Teatro, scenografia di Angelo Gallo, luci di Jacopo Caruso.

Al posto sbagliato non è solo uno spettacolo: è un monumento alla memoria, un atto di resistenza contro l’oblio. Parlare di mafia è un dovere, e quest’opera lo fa con la forza della verità e della consapevolezza. Perché solo conoscendo la storia delle vittime si può immaginare un futuro senza carnefici.

Lo spettacolo sarà in scena allo Spazio Diamante fino al 23 marzo 2025.

Marco Zucchi

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