Al presidente Vulcano di Asi(Bari) pignorati circa 400.000 euro dal Fisco per tasse non pagate da oltre 10 anni

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Ancora guai per le società pubbliche del comune di Bari. L’ultima tegola è caduta, la settimana scorsa, sulla testa del presidente dell’Asi, l’azienda che gestisce lo sviluppo dell’area industriale del capoluogo pugliese. L’Asi è una società pubblico/privata partecipata dai comuni di Bari, Bitonto, Giovinazzo e Modugno, dalla Camera di Commercio barese e da Confindustria. Alla presidenza dell’azienda, su designazione del comune di Bari, da novembre del 2022, è stato chiamato l’avvocato, di origini calabresi, Pierluigi Vulcano. E proprio sulla testa di Vulcano, che era stato presidente dell’Amtab ai tempi delle intercettazioni che hanno accertato le infiltrazioni mafiose nella municipalizzata dei trasporti, si è abbattuta, in ordine di tempo, l’ultima grana. Questa volta a tampinare il manager pubblico è il fisco che, a con una mail recapitata con posta elettronica certificata, ha notificato all’azienda di via delle Dalie, 5 di Modugno, un atto di pignoramento di crediti presso terzi per mancato pagamento delle tasse da parte del presidente Vulcano. La maxi cartella esattoriale dell’importo di poco meno di 368 mila euro, si riferisce a tributi dovuti e non pagati dall’avvocato Vulcano a partire dal lontano 2015 fino all’anno scorso, come si evince dalla distinta delle cartelle esattoriali notificate dall’Agenzia delle entrate e riscossioni. Nello specifico per l’agenzia del ministero delle Finanze, l’attuale presidente dell’Asi ed ex presidente dell’Amtab sarebbe debitore di quasi 326 mila euro di tasse, circa 23 euro di interessi di mora maturati, e 18 mila euro di sanzioni. In verità l’Agenzia delle entrate aveva già notificato, qualche anno fa, all’Amtab, la società della mobilità urbana di totale proprietà del comune di Bari, un precedente pignoramento di circa 150 mila euro che riguardava sempre tributi vantati e non corrisposti dallo stesso Vulcano. In quel caso l’azienda pubblica barese, non facendo transitare l’atto in consiglio di amministrazione, si limitò ad accantonare l’importo mensile di 400 euro fino a che Vulcano ricoprì l’incarico di presidente per, poi, comunicare al fisco di aver cessato l’accantonamento perché lo stesso professionista non era più alla presidenza dell’azienda. Ma nonostante la situazione debitoria nei confronti del fisco, l’avvocato calabrese non solo continuava a ricoprire incarichi presidenziali nella pubblica amministrazione ma, addirittura, ne otteneva altri, sempre dal comune di Bari, in barba alle disposizioni di legge in materia di inconferibilità e incompatibilità previste dall’ex d.lgs. numero 39 del 2013 e, più volte, richiamate dall’Anac, l’autorità nazionale anti corruzione. Sta di fatto che un soggetto con un grosso contezioso fiscale con la pubblica amministrazione ha ricevuto e continua a ricevere da un altro ramo della stessa pubblica amministrazione incarichi di vertice nonostante il conflitto in essere. Ma non è ancora tutto, secondo fonti ben informate lo stesso presidente Vulcano circolerebbe con un veicolo automobilistico, di sua proprietà, sul quale graverebbe, da febbraio del 2015, un provvedimento di fermo amministrativo. E come se non bastasse, sempre lo stesso presidente Vulcano, nell’espletamento delle sue funzioni presidenziali presso l’azienda che gestisce l’area industriale barese non sottoscrive nessun atto presidenziale demandando tutte le decisioni alle deliberazioni collegiali del consiglio di amministrazione, forse per evitare che gli atti adottati con provvedimento presidenziale possano risultare inficiati dal contezioso in atto con il fisco.

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