La candidatura di Ilaria Salis da parte dell’AVS fa irritare Alessandro Sallusti, che mette il duo Bonelli-Fratoianni con le spalle al muro. “Spiacevole, ma necessario, è infatti ricordare che Ilaria Salis ha quattro condanne passate in giudicato per violenza, resistenza a pubblici ufficiali e invasione di edifici oltre che ben ventinove segnalazioni all’autorità giudiziaria”, scrive il direttore de Il Giornale nell’editoriale apparso sulla prima pagina. “Ognuno è libero di scegliersi i suoi martiri e i suoi eroi, ma – prosegue Sallusti – se quello di Ilaria Salis è il curriculum ideale per la sinistra italiana, beh lo schiaffo non è tanto all’Europa (e all’Italia) bensì ai lavoratori e alle lavoratrici, ai precari, ai pensionati al minimo, ai disoccupati e a tutti coloro che il partito di Fratoianni dice di voler tutelare e che nonostante le difficoltà non si sono mai sognati di lanciare bombe molotov contro i poliziotti o partecipare a raid punitivi contro simpatizzanti di destra”.
“Calando la carta Salis, Fratoianni e Bonelli sperano nel miracolo di superare nelle urne la soglia minima del 4% necessaria per accedere al Parlamento europeo. Questa però non è politica, è puro marketing elettorale, il marketing della disperazione che erge la violenza a valore pur di agguantare una poltrona ed esistere nel dibattito pubblico dal quale, senza Salis, sarebbero esclusi per manifesta inutilità”, la parte finale dell’articolo con cui viene inchiodata la sinistra.
Angelo Bonelli torna a ‘L’aria che tira’, il programma condotto da Davide Parenzo su La7, a 24 ore dalla smentita in diretta della candidatura con Verdi e SInistra italiana di Ilasia Salis, annunciata poco dopo. Quando l’indiscrezione è stata pubblicata dal sito del Foglio il leader ambientalista aveva seccamente negato tutto: “Smentisco”. Il direttore del quotidiano, Claudio Cerasa aveva poi mandato un “messaggio di piena e sentita solidarietà a Bonelli perché evidentemente si trova all’interno di una lista dove chi decide è qualcun altro e dove evidentemente non sa quello che succede all’interno”.
Bonelli da la sua versione dei fatti: “Mi scuso ma non avevo altre alternative che smentire perché, mentre stavamo parlando, le carte stavano entrando dentro il carcere” di Budapest dove l’insegnante brianzola è detenuta in attesa di giudizio con l’accusa di aver partecipato al pestaggio di estremisti di destra ungheresi.
Argomenta Bonelli, “una mia conferma avrebbe potuto compromettere la firma”, e risponde a Cerasa: “Lo capirà non c’è un problema di buona fede né di essere inconsapevole”, è stata solo “prudenza”. “Mi assumo la responsabilità di aver detto una cosa non vera. Chiedo scusa ma la presenza era dettata da questo motivo”, ribadisce il politico secondo cui una conferma avrebbe potuto compromettere la firma, autenticata dalle autorità consolari.
Salis, se eletta alle europee, saranno le autorità ungheresi che chiederanno l’autorizzazione a procedere e sarà il Parlamento Europeo a decidere di scarcerarla.