Donald Trump e gli Stati Uniti si preparano a prendere le distanze dalla Nato e pare orientato a rivedere il rapporto con l’Alleanza Atlantica. Gli Usa, pare, avessero notificato agli alleati che non hanno intenzione di partecipare alle esercitazioni militari in Europa oltre quelle già previste per il 2025, come rivela il quotidiano svedese ‘Expressen’, che diffonde le informazioni fornite da fonti non specificate. Lo stop riguarderà manovre attualmente in fase di “preparazione” e in programma in Svezia.
Secondo le news del quotidiano britannico ‘The Telegraph’, il presidente degli Stati Uniti starebbe valutando la possibilità di ritirare 35.000 soldati americani dislocati in ambito Nato in Germania e spostarli in Ungheria, che ha ancora rapporti positivi con la Russia.
Trump aveva già attenzionato la Nato avvertendola che se gli altri membri non contribuiscono alle spese per la difesa, gli Usa potrebbero abbandonare la Nato come dichiarato nello Studio Ovale: “Se qualcuno non paga, non lo difende”, ha detto riferendosi agli investimenti per la difesa chiesti a tutti i partner dell’Alleanza. Non tutti i paesi rispettano l’attuale soglia del 2% del Pil e, in prospettiva, il contributo è destinato ad aumentare. ‘Può la Nato sopravvivere senza gli Stati Uniti?”, si chiede un articolo della Cnn che ricorda come gli Stati Uniti e la Germania, con circa il 16% ciascuno, siano i principali contributori al bilancio militare e civile e al programma di investimenti per la sicurezza della Nato.
Mentre alcuni Paesi spingono per un rafforzamento delle capacità autonome di difesa, altri vedono ancora nella NATO la chiave per garantire la sicurezza del continente. In questo scenario, la posizione dell’Italia è chiara: il governo di Giorgia Meloni mantiene salda la propria adesione all’Alleanza Atlantica, senza deviazioni verso soluzioni alternative che potrebbero alterare gli equilibri con gli Stati Uniti. Il tema dello scudo nucleare europeo proposto dalla Francia ha acceso il dibattito, ma l’Italia ha scelto di smarcarsi da questa prospettiva.
Pur apprezzando l’impegno francese, la premier ritiene che aprire ora un dibattito sull’arma nucleare europea sia un errore. «Certe fughe in avanti rischiano di essere controproducenti. Di più: sarebbe un errore aprire ora il dibattito sull’atomo. In questo modo, infatti, si darebbe per scontato un arretramento degli Stati Uniti che non è affatto assodato, ma che soprattutto non è auspicabile».
Meloni ha manifestato apertamente il suo dissenso rispetto alla proposta del presidente francese Emmanuel Macron.
Nelle ultime settimane, Meloni ha intensificato i contatti con i principali leader occidentali. Con il cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz ha discusso a lungo della necessità di evitare fratture interne all’Occidente, ricevendo anche il plauso per la sua visione strategica. «You’re a strategic thinker», le ha detto Scholz.
Ma il vero obiettivo della premier è un altro: portare l’Ucraina sotto l’ombrello della NATO, proponendo l’estensione dell’articolo 5, la clausola di mutua difesa dell’Alleanza, a Kiev. Una proposta che ha raccolto consensi anche in ambito europeo e potrebbe diventare un punto di svolta.
Negli ultimi mesi, il tema della difesa europea è diventato sempre più centrale nel dibattito politico. La guerra in Ucraina, il progressivo disimpegno degli Stati Uniti e le pressioni di alcuni leader europei hanno portato l’Unione a discutere di un piano di riarmo comune. Emmanuel Macron è tra i principali sostenitori di un’Europa più autonoma militarmente, arrivando a proporre persino l’invio di truppe europee a Kiev. Una posizione che non tutti condividono e che sta creando divisioni anche all’interno del governo italiano.
Mentre Giorgia Meloni cerca di mantenere una posizione equilibrata, allineandosi con gli interessi italiani e con gli Stati Uniti, Matteo Salvini non fa mistero del suo disaccordo con il presidente francese. Durante un evento della Lega a Bologna, il vicepremier ha nuovamente attaccato Macron, affermando che con lui “saremmo già sull’orlo della guerra”. Non è la prima volta che Salvini usa toni duri nei confronti del leader francese, definendolo in passato anche “matto”.
Il ministro delle Infrastrutture critica aspramente il piano di difesa europeo, opponendosi all’idea di un “scudo nucleare” e mettendo in dubbio la possibilità di creare debito pubblico per finanziare l’acquisto di armamenti. “Non può alzarsi dalla sera alla mattina e dire ‘facciamo debito pubblico per comprare missili’. Fino a ieri dicevamo che non si può fare debito per aumentare le pensioni e ora?”, ha dichiarato Salvini, evidenziando la sua contrarietà a nuove spese militari senza un chiaro piano economico. Come riportato da today.it
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, leader di Forza Italia, si posiziona su una linea completamente diversa. Per lui, il progetto di difesa europea è necessario per garantire la sicurezza dell’Italia e dell’intero continente. Le divisioni interne potrebbero pesare nei prossimi incontri internazionali. Nei prossimi giorni, i ministri delle Finanze dell’UE discuteranno delle implicazioni economiche del piano di difesa, mentre il 20 e 21 marzo i leader europei si riuniranno a Bruxelles per affrontare il tema della pace in Ucraina. L’Italia arriverà a questi appuntamenti con una posizione disunita e tutt’altro che unitaria.