Una giovane mamma, single, della zona dell’alta Murgia, giovedì mattina, nel reparto di ostetricia dell’ospedale “Fabio Perinei”, ad Altamura, partorisce una bambina di poco meno di tre chili di peso e dopo un giorno decide di non riconoscerla e lasciarla alle cure del per personale sanitario del grande ospedale murgiano. La notizia in men che non si dica fa il giro dei reparti del nosocomio e poco dopo finisce per essere argomento di discussione sui social. E mentre il popolo della rete si scatena in giudizi, commenti e manifestazioni di solidarietà, la direzione sanitaria dell’ospedale, attraverso la direzione generale dell’azienda sanitaria locale di Bari, informa della decisione, come prassi vuole, il tribunale dei minorenni del capoluogo pugliese. Intanto parte una corsa di solidarietà dai contorni davvero commoventi, in tutta la zona della Murgia barese, attraverso adesioni via internet, per cercare di assicurare alla piccola quanto occorrente come indumenti, giocattoli e pannetti. Il primo regalo la piccola, che gode di buona salute, lo ha ricevuto dal personale medico e paramedico del reparto di ginecologia e ostetricia che oltre a prendersi amorevolmente cura della neonata le hanno, anche, dato un nome. L’hanno chiamata Laura, proprio come si chiama l’ostetrica che ha assistito al parto e che ha contribuito alla nascita della bambina. Bambina che, su disposizione della procura minorile di Bari, è stata temporaneamente affidata proprio al personale del reparto ospedaliero dove è nata che non smette ormai da due giorni di prendersi amorevolmente cura della nascitura quasi come fosse un simbolico parto endemico dello stesso reparto. Una bambina che dai camici bianchi dell’ospedale viene considerata come se fosse una loro figlia naturale. Nelle prossime ore, poi, gli assistenti sociali su delega del tribunale minorile di via Antonio Scoppelliti, dovranno iniziare ad avviare le pratiche di affidamento della piccola in una idonea struttura che la possa ospitare in funzione di un ipotetico futuro affido familiare che, con il tempo, potrebbe sfociare in una possibile adozione. Dal punto di vista giuridico, adesso, invece resta da capire quale sarà la posizione della mamma biologica che, non avendo voluto riconoscere la figlia, potrebbe essere accusata di abbandono di minore. Un abbandono o non riconoscimento, meglio, della nascitura alquanto inusuale, almeno per queste parti. La donna, infatti, avrebbe potuto interrompere, nei termini di legge la gravidanza ed evitare che la piccola creatura venisse alla luce senza una sua identità biologia anagrafica.